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Oggi a Bruxelles, nonostante il coronavirus, la firma del MES. “Non firmate un trattato-tagliola!!”

C’è da augurarsi che con il passaggio della firma del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) dal primo al terzo punto dell’ordine del giorno, il governo italiano non sia così responsabilmente suicida da firmare un altro dei micidiali trattati europei vincolanti sul futuro del paese.

Soprattutto in una fase di emergenza pandemica, sanitaria, economica e sociale che le devastazioni di questi trattati – anche per il cinismo delle dichiarazioni della presidente della Bce Cristine Lagarde – le ha rese palpabili e visibili a tutti.

A conferma di questo c’è da ricordare che con una decisione a sorpresa, mentre l’Italia era già in ginocchio per il coronavirus, l’Eurogruppo, l’organismo Ue che riunisce i ministri delle Finanze dei 19 paesi della zona euro, aveva deciso di anticipare di un mese l’approvazione del Mes, il micidiale fondo salvastati.

La firma infatti era prevista per aprile, ma la ratifica è stata messa all’ordine del giorno per oggi, 16 marzo. Da tempo anche forze politiche e sociali della sinistra si oppongono alla firma del MES.

Ed anche in ambiti molto diversi, svariati esperti e accademici hanno chiesto al governo di non firmare questo ennesimo trattato-tagliola. In diverse riprese sul nostro giornale abbiamo spiegato e articolato le ragioni di opposizione alla firma del MES da parte dell’Italia.

Il timore è che Conte e Gualtieri abbiano barattato con i partner dell’Eurogruppo, Germania in testa, una maggiore flessibilità di bilancio con la ratifica del Mes da parte dell’Italia, senza ulteriori modifiche.

Da qui l’immediata possibilità di sforare i paletti della spesa in deficit e l’aumento della consistenza del pacchetto di aiuti straordinari per imprese e famiglie colpite da coronavirus senza subire i noti ostacoli da parte delle istituzioni europee.

Farebbe ben sperare che nell’OdG di oggi dell’Eurogruppo a Bruxelles la parte relativa alla riforma del MES sia passata dal primo punto aelle “varie ed eventuali”, ma non solo. Il testo è cambiato da “avallo politico” (political endorsement) a proseguimento del lavoro (continue the work) e mentre la discussione sulla crisi economica da COVID-19 è passata dal terzo al primo punto.

Ma il servilismo delle classi dirigenti italiane – di destra o di “sinistra” – verso i diktat europei, ci ha insegnato  che questo atteggiamento lievita anche e soprattutto nei momenti di crisi.

 

 

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