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Piemonte: sanità pubblica in affanno, di chi la colpa?

Se vogliamo raggiungere l’obiettivo di mantenere alto il livello di servizio ai cittadini e allo stesso tempo rispettare le esigenze di bilancio nei prossimi anni dovremo tirar fuori dai 40 ai 50 milioni all’anno per ridurre i debiti – non possiamo non usare rigore e determinazione a procedere nonostante le opposizioni“.

Così parlava Chiamparino nel 2014 quando era governatore della Regione Piemonte.

In un momento nel quale l’emergenza Coronavirus mette a dura prova la tenuta del servizio sanitario nazionale, sarebbe utile, oltre a gridare con forza la nostra solidarietà nei confronti del personale e a metterci al servizio delle necessità pratiche della nostra gente, ripercorrere la lunga storia dei tagli alla sanità nel nostro paese, per individuarne con chiarezza i responsabili e dunque i nemici.

La sanità, come l’istruzione e altri settori essenziali, è stata infatti da tempo individuata come una gigantesca occasione per gli interessi privati: per favorirli, sotto l’apparente insindacabilità dei trattati europei e dei vincoli di bilancio, i governi di centro-destra e centro-sinistra hanno inesorabilmente tagliato la spesa pubblica in questi settori, fino ad arrivare – come recentemente documentato dal Gimbe – a un taglio netto di 37 miliardi di euro alla sanità negli ultimi 10 anni (segnati in buona parte da governi “tecnici” e spesso a guida Partito Democratico).

Il servizio pubblico è stato progressivamente privatizzato e aziendalizzato, ovviamente a discapito della qualità del servizio di base (taglio dei posti letto, allungamento esponenziale delle liste di attesa, chiusura di ospedali e presidi sul territorio) e delle condizioni di lavoro del personale.

Tutto ciò sta emergendo ora con la massima evidenza, proprio in un momento in cui il sistema intero subisce una fortissima sollecitazione per l’emergenza Coronavirus.

Nella nostra regione (ricordiamo che la gestione della sanità è di competenza regionale) il trend è stato esattamente lo stesso, sia sotto la giunta leghista di Cota che con la presidenza Pd di Bresso e poi Chiamparino.

Tutto questo è ben simboleggiato dal progetto torinese del Parco della Salute, cavallo di battaglia del centro-sinistra (a cominciare dallo stesso Chiamparino) ma progetto capace di riscuotere consenso bipartisan, nonché l’approvazione della giunta Appendino, dimentica non troppo sorprendentemente delle proteste contro i privati in sanità della campagna elettorale 2016.

Questo progetto, in fase piuttosto avanzata ma sempre nascosto da un fittissimo segreto e dall’assenza di qualunque dibattito pubblico sulla sua opportunità, rappresenterà il definitivo via libera all’ingresso dei privati nella sanità e il trionfo della logica della “eccellenza” contro la capillarità, gratuità ed efficacia del servizio pubblico. Un progetto dunque da abbandonare senza esitazioni.

Speriamo che il Coronavirus abbia almeno l’effetto di riaprire un dibattito a tutto tondo sul modello economico e sociale e su quali siano le priorità da mettere al centro delle scelte politiche, ribadendo con forza la necessità del servizio pubblico e ponendo da subito un argine alla presenza dei privati nei settori essenziali. Sarà anche importante misurare con attenzione la credibilità di coloro che già adesso si ammantano di belle parole in difesa del pubblico, ma sono stati artefici del suo smantellamento. Come Potere al Popolo! saremo sempre in prima fila in questa battaglia!

Qui il vecchio articolo sulle dichiarazioni di Chiamparino:
https://torino.repubblica.it/…/chiamparino_non_terremo_ape…/

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1 Commento


  • Ivan

    tagli alla Sanità (e altro) e soldi al TAV: QUESTO E SOLO QUESTO E’ CHIAMPARINO (e i suoi emuli)
    il peggior politico che mi sia sia avuto sulle croste in quel di Torino e Piemonte.
    Simili nani andrebbero smerdati ogni giorno e presi per le orecchie a fine pandemia e indicati al popolo come i veri ma occulti responsabili dei tanti, troppi, morti.
    Toglietegli la mascherina e mandatelo a lavorare (c’è sempre una prima volta) in un ospedale, che c’è bisogno di ogni aiuto possibile, e svuotare cateteri ai malati, è un lavoro nobilissimo e solidale

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