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Decreto ILVA: a chi la Palma d’Oro della faccia tosta?

Ci vuole davvero una bella faccia tosta da parte dei padroni dell’acciaio nella persona del presidente di Federacciai a sostenere che il decreto del Governo sull’ILVA costituisca un esproprio e un attacco al diritto di proprietà e che da ieri ‘tutte le fabbriche con più di 200 dipendenti rischiano si essere commissariate soltanto per contestazioni di violazione di norme ambientali effettuata da un PM inaudita altera parte’.

Provi ad andare a sostenere quel soltanto al quartiere Tamburi o in casa di uno dei tanti morti sul lavoro all’ILVA!

Letta e la sua variegata compagine governativa hanno affidato al Super Commissario Enrico Bondi il compito di ‘risolvere l’emergenza garantendo continuità industriale e bonifiche ambientali’!

Che è come affidare il gregge ai lupi, visto che lo stesso Bondi è stato fino a due settimane fa l’amministratore delegato della società per conto dei RIVA.

Insomma si sono ripresi la gestione della fabbrica e i soldi che la magistratura tarantina, oltre 10 miliardi, aveva bloccato sottraendoli alla disponibilità dei Riva e contro cui lo stesso Bondi aveva fatto ricorso!

Il commissariamento ha la durata di 12 mesi rinnovabili fino a 36, dopo di che la fabbrica tornerà nella disponibilità di questa famiglia di squali criminali che sulla pelle di centinaia e centinaia di lavoratori, morti dentro lo stabilimento a causa della totale indifferenza dei Riva per la sicurezza e fuori a causa dell’inquinamento, hanno costruito un  impero di cui neppure si conoscono le dimensioni esatte visto il proliferare di società con sedi legali in paesi offshore, al  fine di evadere le tasse e portare al sicuro il malloppo.

E’ uno scandalo che l’ILVA non sia stata nazionalizzata, è uno scandalo che nessuno vada seriamente a vedere in quali condizioni di insicurezza si continui a lavorare lì dentro, è uno scandalo che nessuno dia ascolto ai più esperti di tutti:  coloro i quali ci lavorano.

E ci fanno veramente schifo le dichiarazioni di Clini, il Ministro dell’Ambiente del governo Monti, il quale ha il coraggio di affermare che senza la magistratura la bonifica sarebbe cominciata prima, quando gli stessi esperti del ministero, incaricati di seguire le disposizioni dell’Aia da lui stesso rilasciata nell’ottobre del 2012, hanno dovuto riconoscere che i Riva non l’hanno mai neppure cominciata ad applicare!

Ma lui quand’era ministro “non ha rilevato alcun ritardo tale da giustificare il commissariamento”!

Dovremmo assegnarli la Palma d’Oro della faccia tosta, se la cosa non fosse troppo sera per poterci scherzare sopra, specie in un paese come il nostro dove le aziende si possono permettere di ammazzare i lavoratori e i loro più stretti familiari per più di 80 anni, come nel caso dell’Eternit, senza per questo pagare più di tanto.

Importantissima senza alcun dubbio la condanna a 18 anni del magnate svizzero Schmidheiny per aver distrutto tre generazioni di abitanti a Casale Monferrato, Cavagnolo, Bagnoli e Rubiera, che un coraggiosissimo pubblico ministero ha portato a processo.

Ma quante altre Eternit abbiamo in Italia che non vengono portare alla luce e perseguite da nessuno?

Nella stessa ILVA, all’Acciaieria 2 c’è un carro ponte pieno di amianto che, muovendosi, lo spande in giro.

Altro che attacco alla proprietà privata, è giunto il momento di dire veramente basta ad un capitalismo che si nutre di vite umane senza colpo ferire e a cui non ormai basta neppure lo sfruttamento più brutale.

La via di una vera crescita non può più essere disgiunta dalla salvaguardia dell’ambiente e della salute di cittadini e lavoratori!

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