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“Il vecchio muore ma il nuovo non può nascere”. Siamo ad un passaggio di fase storica?

Sabato 17 e domenica 18 dicembre, la Rete dei Comunisti ha organizzato a Roma un forum di analisi e discussione che prende spunto dalla frase con cui Gramsci provava a interpretare le difficoltà del movimento operaio e delle istanze di emancipazione (il nuovo) di volgere a proprio favore la crisi del sistema dominante (il vecchio) per quanto scosso da una guerra mondiale e dalla prima Rivoluzione proletaria della storia dell’umanità (il 1917).

E’ importante contestualizzare però una questione che riguarda il “punto di vista”, la percezione soggettiva del movimento di classe, ovvero mentre per noi la ripresa del movimento comunista avviene storicamente dopo la seconda guerra mondiale; per Gramsci ed i comunisti, quel periodo era contrassegnato da sconfitte (atteggiamento simile a quello odierno) in quanto l’attesa rivoluzione internazionale si era fermata in Russia ed il resto del continente europeo, a cominciare dalla sconfitta dei tentativi insurrezionali in Germania, Austria, Ungheria ed in Italia (il Biennio Rosso), era rimasto in mano alle borghesie nazionali.

Dunque lo stallo era dovuto alla incapacità del proletariato e del suo partito di costruire una fuoriuscita dal capitalismo dell’epoca. Inoltre le borghesie subivano una involuzione, trasformandosi da classi dirigenti a classi dominanti e questo stallo produceva fenomeni politici “anomali” – come furono il fascismo e il nazismo rispetto alle leadership liberali o riformiste – fuori dai parametri di classe che il conflitto di classe a cavallo tra il XIX e il XX secolo aveva reso evidente.

Dunque questo equilibrio delle forze poteva risolversi in una distruzione reciproca delle classi in lotta, richiamando lo slogan “socialismo o barbarie”. Ma, come sappiamo, lo scontro di classe non si indirizzò verso tale esito ma fu sfilacciato in numerosi rivoli che, di fatto, non resero possibile la replica positiva delle lezioni del '17.

Ma se questa era la situazione all’epoca, oggi ed in condizioni materiali assai diverse,  quali sono le indicazioni per noi che possono venire da quell’impianto analitico e politico?  Quali sono gli elementi comuni e quelli dissonanti?

Il forum del 17 e 18 dicembre intende porsi la domanda per cui se è vero che “il vecchio muore” occorre anche indicare cos’è il vecchio oggi. Possiamo dire che il vecchio è l’imperialismo americano che è in via di superamento come lo è stato quello britannico dopo la seconda guerra mondiale. Può darsi che questa tesi sia sbagliata, ma va compreso se questo è o meno lo scenario mondiale che si prepara e quali conseguenze si possono immaginare. E se comunque ci sono scenari diversi. Ossia se è in via di superamento il vecchio equilibrio lo si deve in primo luogo alla crisi di sistema ma è anche un effetto “collaterale” dovuto al moltiplicarsi dei soggetti obbligatoriamente competitori in quella “torta” che si restringe rappresentata della produzione di profitti (caduta tendenziale del saggio di profitto). Da qui il riemergere della Russia, della Cina, del polo islamico, degli altri paesi dei BRICS (che però appaiono alquanto malandati), oltre che della Unione Europea come soggetto imperialista forte, anche se ancora limitato sul piano direttamente statuale.

Infine, ma non certo per importanza, va chiarita teoricamente la differenza tra Capitalismo e Modo di Produzione Capitalista. Questa confusione è alla base di letture sbagliate delle dinamiche che scambiano le contraddizioni secondarie, ovvero gli specifici di alcuni momenti storici, con la tenuta o meno del MPC che quegli “specifici” invece li determina.

Su questi temi al forum verranno sviluppate le relazioni di alcuni studiosi marxisti come Fineschi, Mordenti, Carchedi, Gattei, e di militanti studiosi come Vasapollo, Piccioni, Casadio. Altri contributi arriveranno ad esempio da Carlo Formenti. Nella due giorni poi, tra sabato pomeriggio e domenica mattina, intorno a questi temi si svilupperà poi il dibattito. Il forum si terrà al centro scout Il Fiore Rosso (piazza dello Scoutismo 1, fermate metro B Bologna o Tiburtina).

La crisi attuale del movimento di classe sembra irrisolvibile ma in realtà ci sono stati altri momenti storici altrettanto drammatici ed apparentemente senza sbocco ed in questo senso va letta la frase di Gramsci che dà il titolo al forum del 17 e 18 dicembre. Rappresentare e spiegare quei momenti – attualizzandoli –  è indispensabile per capire la condizione che stiamo vivendo. Per questo e su questo diventa indispensabile che funzioni un intellettuale collettivo.

RdC vecchio e nuovo

 

 

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