Menu

Roma Città Aperta ha salutato Sasà

Nella sala ardente allestita dalla Provincia di Roma, dalle 10.00 di mattina è stato un via via di gente. C’erano il picchetto d’onore dei vecchi e nuovi partigiani dell’Anpi ma soprattutto c’era un pezzo della città. Un tributo dovuto a Rosario Bentivegna, “Sasà”, l’uomo dei Gap romani che insieme ad altri infersero un durissimo colpo alle truppe tedesche che avevano occupato Roma nonostante fosse stata dichiarata “città aperta”. Nel cortile di Palazzo Valentini è stato allestito un sobrio palco dal quale sono state espressi alcuni saluti a Sasà. Il primo a intervenire è del Presidente della provincia Zingaretti che ha richiamato con Bentivegna la “condivisione di una espressione di riscatto civile per Roma e per l’Italia”. E’ poi intervento Vittorio Sartogo, amico di famiglia e compagno di partito (solo nel Pci) nella sezione Ludovisi. E’ stata data poi la parola all’ex sindaco Walter Veltroni, ma a quel punto una parte del pubblico ha preso la via d’uscita. Veltroni non ha mai brillato per antifascismo e gran parte dello sdoganamento dei fascisti a Roma è dovuto anche alle sue responsabilità.

A un certo il brusìo era cresciuto e parole giravano a mezza bocca: si era diffusa la voce che sarebbe venuto anche l’attuale sindaco di Roma, Alemanno, quello con la celtica al collo e che ha “sistemato” in Campidoglio e nelle aziende municipalizzate tanti di quei fascisti con cui la gente che era lì oggi a ricordare un partigiano si è scontrata per anni. La figlia di Rosario Bentivegna, non certo casualmente, non ha voluto che la camera ardente si facesse al Comune di Roma e se ne capisce perfettamente il motivo. Si percepisce malumore e tensione crescente. La Digos presente comincia a girare per “captare” l’aria che tira e sondare gli umori. Per anni i fascisti e la destra (ma anche Marco Pannella ad essere onesti e ad avere buona memoria) hanno condotto una campagna di criminalizzazione di Rosario Bentivegna o della sua ex compagna nei Gap, la meravigliosa e combattiva Carla Capponi. Ripetutamente hanno fatto manifesti e dichiarazioni addossando la rappresaglia nazista delle Fosse Ardeatine ai partigiani che non si erano consegnati. Una campagna odiosa e inaccettabile fatta da chi con i nazisti collaborava apertamente nei rastrellamenti, negli arresti e nelle rappresaglie. Molti di questi fascisti si sono salvati solo grazie all’amnistia di Togliatti e perché la resa dei conti nel dopoguerra si limitò ad una triangolo dell’Emilia Romagna e non si estese al resto del paese. Contro Bentivegna la campagna è durata fino al 2009, quando una sentenza della Cassazione mise la parola fine alla campagna di diffamazione decretando che l’azione partigiana di via Rasella contro un plotone di soldati tedeschi era stata una azione di guerra.

Una sentenza questa che non è bastata ai fascisti di oggi per farala finita. “Quando muore una persona, un credente prega. Ma non è obbligatorio piangere se si tratta di un assassino. E per Bentivegna non verso neppure una lacrima” aveva dichiarato ieri sera Storace, segretario nazionale de La Destra. Il presidente del Consiglio regionale del Lazio ha osservato un minuto di silenzio in ricordo del partigiano Rosario Bentivegna, morto nei giorni scorsi. A richiederlo è stato il consigliere di Fds Fabio Nobile. «Purtroppo anche in quest’aula c’è chi ritiene che i partigiani siano degli assassini. Rispettare un minuto di silenzio significa prendere una posizione», ha spiegato, riferendosi alle parole di ieri del leader della Destra, Francesco Storace, che alla Pisana è capogruppo del suo partito. Al momento di osservare il silenzio, Storace ha abbandonato l’aula.

Dichiarazioni e gesti che suscitano rabbia. Si capisce quindi che stamattina non era proprio aria e Alemanno non si è fatto vedere. Domani mattina il Consiglio Comunale è chiamato ad una prima verifica. Ci sarà un minuto di silenzio per Rosario Bentivegna medaglia d’argento della Resistenza a Roma? Lo hanno fatto due giorni fa per un latitante e molto spesso lo hanno fatto a sproposito. Vedremo, ma ai funerali di oggi era evidente che la Roma Città Aperta ha già decretato il suo omaggio più leale e sentito al combattente partigiano Rosario Bentivegna, “Sasà”, uno che “a via Rasella aveva voluto esserci”.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *