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Venezuela. Anche il Consiglio di Sicurezza Onu respinge le ingerenze Usa

Due sconfitte in pochi giorni. Prima all’Osa ed ora all’Onu. La politica aggressiva degli Usa contro il Venezuela non trascina con sé il resto del mondo. I “bei tempi” del dominio unipolare degli Stati Uniti devono cedere il passo ad un nuovo multipolarismo nelle relazioni internazionali.

Tra i 15 paesi membri e 10 paesi eletti ogni anno al Consiglio di Sicurezza, 17 si sono pronunciati contro l’ingerenza sulla situazione politica in Venezuela e 16 hanno sostenuto la posizione di legittimazione del golpe voluta dagli Stati Uniti e presentato all’Onu direttamente dal segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, che aveva preteso una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza per votare una risoluzione di condanna contro il Venezuela bolivariano guidato dal Presidente Nicolas Maduro.

Dopo lo stop subito nell’ambito dell’Organizzazione degli Stati Americani, sul piano diplomatico per gli Stati Uniti è il secondo scacco in meno di una settimana, da quando cioè il loro uomo di paglia Guaidò si è autoproclamato presidente, riconosciuto immediatamente da Usa e dai governi di destra in America Latina, ed ora anche da Israele, ma non è stato riconosciuto dagli altri paesi latinoamericani, da Russia, Cina, Turchia. L’Unione Europea in quanto tale ha invece dato al governo venezuelano di Maduro un ultimatum di otto giorni per convocare nuove elezioni. Un ultimatum che Maduro ha respinto. Il governo italiano al momento appare spaccato tra Salvini che intende allinearsi con gli Usa per il rovesciamento di Maduro e il M5S che respinge questa manovra. L’Italia non era membro di turno nel Consiglio di Sicurezza e quindi non ha dovuto votare. Gli altri paesi europei presenti (Francia, Germania, Gran Bretagna, Belgio, Polonia) hanno votato insieme agli Stati Uniti.

I 17 paesi che hanno respinto la risoluzione presentata dagli Usa sono Sudafrica, Russia, Cina, Indonesia, Costa d’Avorio, Repubblica Dominicana, Nicaragua, Cuba, Bolivia, Suriname, Messico, Barbados, Uruguay, Dominica, Antigua e Barbuda, Guinea Equatoriale, El Salvador.

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