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Processo politico a La France Insoumise. Primo resoconto

Giovedì 19 e venerdì 20 settembre 2019 rimarranno nella nostra memoria: quattro dei nostri deputati, uno dei nostri dipendenti e uno dei nostri membri sono stati processati in un tribunale penale.

Questo processo è politico: due giorni di dibattiti in aula hanno confermato questo aspetto. I pubblici ministeri della Ministra della Giustizia Nicole Belloubet volevano che fosse così. Alcuni poliziotti si sono prestati a questa triste farsa: un poliziotto ha dichiarato addirittura che la sua violenza era dovuta ai suoi pregiudizi nei nostri confronti!

Dobbiamo sempre mantenere la nostra capacità di analizzare gli eventi, compresi quelli che ci riguardano, ci feriscono e che dobbiamo superare.

Proponiamo qui una sintesi di questi due giorni del processo politico agli insoumis.

Giorno 1: La verità emerge con il passare delle ore 

La giornata è iniziata con una prima vittoria per gli insoumis: il giudice ha respinto la richiesta di rinvio del processo della Procura di Nicole Belloubet. Va notato che è la Procura della Repubblica che accusa i sei insoumis di ribellione. É stata anche quella che ha condotto l’inchiesta solo contro gli insoumis.

La sua richiesta di rinvio era una mossa per garantire che il processo si svolgesse durante la prossima campagna elettorale delle municipali e per prolungare il calvario della gogna mediatica.

Accogliamo con favore la decisione del Presidente di respingere questa richiesta infondata.

La giornata è proseguita con le udienze degli insoumische hanno saputo difendersi e rivelare una serie di menzogne e contraddizioni nelle dichiarazioni dei querelanti:

1) Il comandante della polizia Andrieu ha alla fine ritirato le sue accuse contro Muriel Rozenfeld, l’addetto stampa, che ha deposto tre volte. Ha riconosciuto che queste accuse sono infondate, ma si è rifiutata di scusarsi.

2) Il Comandante Vidal è accusato dal Presidente del Tribunale di aver fornito alla sbarra una sintesi dei fatti che “non corrisponde affatto ai video”.

Fatto saliente della giornata: l’avvocato Dupont-Moretti ha causato una sospensione dell’udienza dopo aver insultato gli insoumis senza motivo: “testa di rapa”, “zoticone”, ecc…

Bilancio del giorno. Secondo un sondaggio Odoxa Jean-Luc Mélenchon guadagna 8 punti di opinione pubblica favorevole negli ultimi due mesi.

Alla fine di questa giornata, il processo politico voluto da Belloubet si trasforma in una sceneggiata. Che ci facciamo qui? Tutto ne esce danneggiato: la polizia, la giustizia, il rispetto per le istituzioni.

Giornl 2: Sceneggiata e sconfitta morale della Ministra Belloubet

Il momento clou della giornata è stata l’accusa dei due procuratori. Per un’ora si sono spesi a turno per sopraffarci, usando termini come “orda di ribelli” e un vocabolario da guerra civile. A sentirli, gli insoumis avrebbero dovuto essere tutti sul banco degli imputati. Tutti fuorilegge! 

E improvvisamente, il procuratore Bourion ha richiesto delle pene: soldi e ancora soldi (quasi 80.000 euro), e tre mesi di detenzione con condizionale contro Jean-Luc Mélenchon!

Il pubblico ministero si è tirato indietro, incapace di seguire la sua stessa logica. Le sue accuse sono state scontrate con le immagini e le testimonianze degli agenti di polizia, i quali hanno detto di non aver subito violenze o insulti, ma di aver sentito persone che rivendicavano i loro diritti in modo forte e chiaro!

Nessuna sanzione è accettabile perché non è stato commesso nulla di illegale. Siamo stati accusati di aver impedito la perquisizione: abbiamo dimostrato il contrario. Siamo stati accusati di intimidire gli agenti di polizia: non è stata presentata alcuna prova materiale. Gridare alla nostra porta e voler entrare nella nostra stanza non è un crimine!

Alla fine…

Durante il processo, i nostri amici Jean-Luc Mélenchon, Muriel Rozenfeld, Bernard Pignerol, Manuel Bompard, Bastien Lachaud e Alexis Corbière hanno potuto difendersi passo dopo passo. Centinaia di insoumis si sono alternati fuori dall’aula, incoraggiandoli. I parlamentari insoumis dell’Assemblea Nazionale, del Senato e del Parlamento Europeo hanno rincorso i media per rappresentarci. Le équipes de La France insoumise sono riuscite a mobilitare molto.

Non abbiamo nulla di cui vergognarci, di cosa siamo e cosa facciamo. La deriva autoritaria del regime macronista colpisce tutti gli attivisti. La legge, la strumentalizzazione della giustizia per scopi politici, è ora instaurata nel nostro paese.

“Non rinuncio all’onore di essere un bersaglio”, ha detto Jean-Luc Mélenchon uscendo dall’aula di tribunale.

* Traduzione a cura di Andrea Mencarelli (Potere al Popolo) del comunicato ufficiale de La France Insoumise: https://lafranceinsoumise.fr/2019/09/20/retour-sur-un-proces-politique

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