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Roma. Come è andato lo sgombero del liceo Morgagni? Ci scrivono i docenti

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera di alcuni insegnanti del liceo Morgagni di Roma, occupato dagli studenti e poi sgomberato dalla polizia, relativamente ad un nostro articolo su quanto avvenuto. In fondo alla lettera dei docenti troverete la risposta della redazione.

In riferimento all’occupazione del Morgagni a Roma

Noi docenti siamo stanchi di constatare, per l’ennesima volta, come i mezzi di informazione si facciano strumento di propaganda di una linea politica trasversale che da anni, a prescindere dall’attuale esecutivo, mira a dividere con ogni pretesto le componenti scolastiche (genitori, docenti e studenti) al fine di giustificare la scelta di indebolire la scuola pubblica, anche a livello di prestigio, reiterando sostanziali tagli di fondi e screditando la figura dei docenti.

È solo in questa luce drammaticamente negativa che riusciamo ad inquadrare il senso degli articoli pubblicati nei giorni 11 e 12 dicembre scorsi, fra altri, da Repubblica.it, Corriere.it,  e Contropiano, sull’occupazione del Liceo Morgagni, i quali hanno dipinto il corpo docente in termini di  scellerati collaborazionisti di regime che avrebbero impedito ai loro studenti di esprimere il proprio pensiero. E questo senza nemmeno contemplare la possibilità di interpellare i docenti stessi. 

Proprio quei docenti che da sempre si impegnano per mantenere vivo il dialogo su temi condivisi. Chi conosce questo istituto sa bene che iniziative di collaborazione, di condivisione e di impegno civile fanno parte della storia del Morgagni e ne rappresentano la caratteristica distintiva. Un esempio per tutti è l’istituzione da anni del “Tavolo paritetico docenti-studenti”, un luogo d’incontro in cui si affrontano tematiche e problematiche di natura non solo didattica, ma anche informativa ed educativa, su un piano di ascolto, di confronto e di scambio al di là dei reciproci ruoli.

A fronte del carico di lavoro non contrattualizzato, e dunque non retribuito, in costante aumento negli ultimi anni per via di una intensa burocratizzazione delle attività scolastiche, e che sempre più interferisce con l’impegno comunque richiesto dalla didattica curricolare, continuiamo, come i nostri colleghi in tutto il Paese, a profondere quotidianamente in questo lavoro tutte le nostre energie, consapevoli del ruolo fondamentale svolto dall’educazione delle nuove generazioni di cittadini.

Per questi motivi era stata concordata a maggioranza, fra studenti e Collegio dei docenti, una settimana di didattica alternativa (o “autogestione”) durante la quale si sarebbero dovute svolgere una serie di attività di approfondimento con la finalità di produrre dei documenti di dissenso rispetto alle politiche governative, fornendo così un esempio concreto di collaborazione tra le componenti scolastiche.

Nulla di tutto ciò ha trovato spazio nella narrazione fornita dai giornali su questi fatti. In particolar modo ci ha lasciato allibiti che una testata come “Contropiano”, che dovrebbe fare controinformazione, condividendo e supportando le lotte dei lavoratori salariati, abbia descritto i lavoratori di questa scuola in termini di “sbirro-professori”, proni alla logica repressiva del governo, sulla base delle dichiarazioni di un solo studente, descrivendo i fatti accaduti con accenti degni di una nuova Diaz o Bolzaneto.

Ci attendiamo pertanto che questa lettera, assieme al Comunicato visibile sul sito della scuola e qui allegato, venga prontamente pubblicata, come atto dovuto nei confronti delle componenti scolastiche che sono state diffamate e per un corretto esercizio di informazione che tenga conto di tutte le parti coinvolte.  

Roma, 14 dicembre 2018

I docenti:

 Carola Catenacci

Barbara Pozzi

Sabina Andreoni

Raffaella Lion

Michela Mari

Cinzia Suriani

Nicola Nigro,

Maria Chiara Milone

Elena Grisoni

Paola Brancaccio

Vincenza Maucieri

Laura Tanchis

Laura Fusciani

Tiziana Duranti

Adriana Di Palma

Elisabetta Carioti

Elisabetta Farroni

Francesco Labonia

Gianfranco Turatti

Francesca Piras

Simonetta Ponticelli

Fabrizio Fantera

Isabella Piersanti

Massimiliano Chiantese

Marco Pucci

Patrizia Pellizzoni

Antonella Marmora

Antonella Quattrini

Filomena Suriano

Leonarda Fabale

Paolo Forti

Filippo Rocchi

Sandra Amatiste

Mario Resta

L’allegato alla lettera dei docenti

NOI C’ERAVAMO (Comunicato del Liceo Morgagni)

Domani 13 dicembre 2018 studenti e docenti del Liceo Morgagni torneranno tra i banchi di scuola per riprendere l’attività didattica interrotta da un’occupazione, antidemocratica e illegale, che ha negato il diritto allo studio e al lavoro a tutte le componenti scolastiche.

La stragrande maggioranza degli studenti aveva accettato la proposta di una settimana di didattica alternativa, presentata dalla Dirigente, condivisa dal tavolo dei docenti e approvata dal Collegio. Tale proposta era nata dalla volontà di garantire agli studenti la possibilità di manifestare il proprio dissenso contro le politiche governative in modo pacifico e costruttivo, con l’obiettivo di elaborare un documento finale condiviso, da inviare agli organi di stampa e di Governo.

Due rappresentanti di Istituto, contravvenendo alla parola data, comunicavano alla dirigenza di rinunciare alla Settimana di didattica alternativa, venerdì 7 dicembre alle ore 12,00, senza aver consultato la comunità studentesca e adducendo motivazioni del tutto pretestuose.

Alle 3,45 di lunedì 10 dicembre la scuola veniva occupata da un gruppo di studenti e alle 4,00 la D.S. e il DSGA si recavano presso la sede dell’Istituto, per invitare gli studenti a uscire dall’edificio.

Dopo numerosi tentativi di mediazione, gli studenti hanno lasciato la scuola intorno alle ore 13,00 a seguito delle informazioni fornite loro dalle Forze dell’Ordine in merito alle attuali disposizioni in materia di occupazione.

Dirigente e docenti, entrati a scuola, hanno riscontrato ingenti danni agli ambienti e agli arredi scolastici (95 banchi catapultati al piano terra e rotti, portone di accesso, cancelli principale e posteriore danneggiati, rifiuti dispersi ovunque).

 Tale situazione ha impedito l’immediata ripresa della regolare attività didattica e comportato un aggravio di lavoro per il personale ATA, che ha dimostrato, ancora una volta, grande senso di responsabilità e di appartenenza alla comunità scolastica.

A seguito delle notizie diffamatorie, false e prive di ogni fondamento e verifica, pubblicate con grande leggerezza dagli organi di stampa, i docenti esprimono tutta la loro indignazione.

Pertanto si richiede una smentita ufficiale da parte di chi, interno o esterno, ha rilasciato false testimonianze, che ledono l’immagine del Liceo Morgagni e di tutte le componenti che vi lavorano con professionalità e dedizione.

Auspicando il recupero di un clima di collaborazione, si ringraziano genitori, personale e studenti che sono venuti a prestare la loro opera per il ripristino dell’agibilità della scuola.

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La risposta della nostra redazione

La lettera inviataci dai docenti del Morgagni fornisce elementi validi e condivisibili sulla condizione degli insegnanti per giungere però a conclusioni errate. Sulla prima questione, una rapida ricerca consentirebbe di vedere la quantità di articoli che abbiamo scritto o pubblicato a difesa della scuola pubblica, della sua funzione decisiva nella società, degli insegnanti e di tutto il personale delle scuole. Ne abbiamo fatto una questione di principio e l’abbiamo declinata dal punto di vista dell’analisi e delle risposte sul piano politico, sindacale, culturale.

La denuncia sulle modalità dello sgombero della scuola, riferita dagli studenti ad una agenzia e ripresa da diverse testate oltre la nostra, ci ha però colpito. Il Morgagni non è stata l’unica scuola ad essere occupata e sgomberata, ma dalle testimonianze degli studenti si è registrato un “di più” da parte delle forze di polizia e dei dirigenti scolastici che non può passare inosservato né accettato. Non solo.

Da tempo gli studenti di moltissime scuole denunciano un clima autoritario intorno e dentro le scuole che per noi è da sempre un campanello d’allarme. In soldoni: avremmo preferito un comunicato dei docenti che prendesse posizione anche contro gli sgomberi e la sempre più invasiva presenza della polizia dentro e davanti le scuole in nome della sicurezza. Di questo, purtroppo, non troviamo traccia nella lettera dei docenti del Morgagni, eppure riteniamo che dovesse essere la naturale conclusione della prima parte della loro lettera.

Alcuni anni fa, pubblicammo sul nostro giornale un articolo su un insegnante di di Terni che si oppose all’ingresso della polizia con i cani nella sua aula durante la lezione. Un articolo che è stato letto da decine di migliaia di persone, e che ha dato una lezione di coerenza – che riconosciamo e condividiamo – su quello che un insegnante dovrebbe essere nei confronti dei suoi studenti, anche di fronte alle altre autorità dello Stato, soprattutto quando travalicano la loro funzione.

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3 Commenti


  • Marco

    Questa lettera evidenzia una volta di più come una parte degli insegnanti e la stragrande maggioranza della dirigenza scolastica di questo paese ritengano lo studente un soggetto subalterno incapace di esprimere una propria indipendenza di iniziativa e pratica e questi insegnanti e dirigenti trovano perciò normale richiedere continuamente l’intervento delle forze dell’ordine per reprimere le iniziative degli studenti. Di fronte a questo atteggiamento non si può far altro che essere solidali con gli studenti e le studenti che occupano e considerare insegnanti e dirigenti scolastici strumenti di diffusione della cultura dello sfruttamento e della repressione tipica dell’attuale sistema capitalistico


  • Marco

    ma infatti ai dirigenti scolastici hanno aumentato lo stipendio di 540€ al mese mentre diffondono il lavoro gratuito degli studenti con la asl


  • Patrizia Bigarelli

    Grazie della vostra risposta, grazie da genitore e da cittadina

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