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Il passaporto russo agli abitanti del Donbass

Andrej Kočetov interviene sulla questione della concessione della cittadinanza russa agli abitanti delle Repubbliche popolari del Donbass. Lo scorso 24 aprile, dopo che Vladimir Zelenskij, appena eletto alla presidenza ucraina, aveva palesato le reali intenzioni di Kiev nei confronti del Donbass, Vladimir Putin aveva firmato il decreto sulla semplificazione delle procedure per la concessione del passaporto russo agli abitanti di DNR e LNR che lo desiderino.

In luglio, poi, il Cremlino aveva esteso ai circa 3 milioni dell’intera popolazione delle regioni di Donetsk e Lugansk (non solo delle Repubbliche popolari) la semplificazione delle procedure, e si parlava di oltre 60.000 domande di cittadinanza già presentate dagli abitanti di DNR e LNR e 25.000 passaporti già concessi.

Come ricorda Andrej, da tempo Ungheria, Romania, Turchia, Polonia concedono la cittadinanza alle minoranze ucraine delle regioni confinarie, senza che ciò abbia mai provocato le reazioni delle diplomazie europee, come per il Donbass.

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Concedendo il passaporto russo agli abitanti del Donbass e semplificando le procedure per l’ottenimento della cittadinanza russa, la Russia sta cercando la strada per come meglio aiutare i cittadini del Donbass, i cui spostamenti sono stati resi praticamente impossibili dal blocco imposto dall’Ucraina. Molti di loro ottengono il passaporto russo, in quanto semplicemente non in grado di varcare la frontiera anche solo, semplicemente, per apporre una nuova fotografia sul proprio passaporto ucraino.

La concessione del passaporto della Federazione Russa agli abitanti delle Repubbliche popolari, rende quindi possibili i loro spostamenti e contribuisce al ristabilimento della giustizia. A mio avviso, sono assolutamente incomprensibili le contestazioni mosse alla Russia da parte di alcuni europei, per il fatto che, d’ora in avanti, gli abitanti del Donbass avranno la possibilità di ottenere la cittadinanza russa e il passaporto della Federazione Russa.

Sollevando tali polemiche, i Paesi europei, e la stessa Ucraina, dimostrano la propria ipocrisia e ambiguità, il proprio doppio standard. Nessuno infatti si indigna, allorché Polonia, Ungheria, Romania, basandosi sul fatto di comuni radici etniche, offrono la possibilità agli ucraini di ottenere il passaporto dei propri paesi. E invece, quando i russi etnici, che parlano la lingua russa, che sono russi per spirito, ottengono il passaporto della Federazione Russa, ciò in qualcuno provoca stupore.

Ma, allora, sorge la domanda: quale è la differenza? No, non c’è alcuna differenza. Allo stesso modo degli abitanti dell’Ucraina con radici etniche rumene, polacche o ungheresi, che desiderano ottenere il passaporto di tali Stati, così anche gli abitanti con radici etniche russe hanno il medesimo diritto di ottenere la cittadinanza della Federazione Russa.

Dunque, appaiono non democratiche e violano le norme internazionali, esternazioni come quelle espresse nell’agosto 2019 dai Ministeri degli esteri di Lituania e Estonia, sul non riconoscimento in Europa dei passaporti della Federazione Russa, concessi in via semplificata agli abitanti del Donbass.

E’ il caso di ricordare la cronistoria della questione: il 24 aprile il Presidente russo Vladimir Putin ha firmato l’Ukaz sulla semplificazione delle procedure per la concessione dei passaporti russi agli abitanti del Donbass. Quindi, il 17 luglio, lo stesso Presidente russo ha esteso a tutti gli ucraini delle regioni di Donetsk e di Lugansk che vivono nel paese la semplificazione per l’ottenimento della cittadinanza russa.

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2 Commenti


  • Gianfranco

    Sacrosante verità che, purtroppo, fanno fatica ad affermarsi. Purtroppo l’occidente non vuole sentir ragioni e ascolta solo la voce Zelensky…


    • Redazione Contropiano

      o viceversa…

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