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Roma. Oggi assemblea all’occupazione di via Casal Boccone

Ieri mattina circa 400 attivisti e attiviste e occupanti di case aderenti ai Blocchi Precari Metropolitani hanno occupato l’ex casa di riposo di via Casal Boccone, a Roma, per restituire alla città un bene comune e sottrarlo così alle mire speculative della FIMIT e del palazzinaro Ligresti. Dopo l’iniziativa dei movimenti per il diritto all’abitare e contro la speculazione lo stabile occupato è stato circondato da numerosi blindati della Polizia e della Guardia di Finanza, mentre gli occupanti si sono detti pronti a resistere sui tetti dell’edificio.
I BMP rivendicano l’uso pubblico dell’ex clinica Roma II di via Casal Boccone sgomberata lo scorso dicembre e poi abbandonata. La casa di riposo, che ospitava 69 anziani, un polo geriatrico, un centro Alzhaimer e dove prestavano servizio 60 lavoratori, ha chiuso i battenti lo scorso mese di dicembre. Motivo? Pare che il Comune non potesse più permettersi di pagare il canone di affitto ai titolari dello stabile. Fatto sta che il Campidoglio ad aprile ha firmato la chiusura della struttura e quindi gli anziani sono stati trasferiti, gli operatori ricollocati e i macchinari smantellati. 

Di seguito il comunicato diffuso dai Blocchi Precari Metropolitani:

Per 42 anni la casa di riposo Roma II di via Casal Boccone ha fornito un servizio importante per il territorio e per la città. Nel mese di dicembre la struttura che ospitava 69 anziani (16 ultranovantenni), un polo geriatrico, un centro Alzhaimer e dove prestavano servizio 60 lavoratori, ha chiuso.
Gli anziani sono stati “deportati” altrove, gli operatori ricollocati e i macchinari smantellati.
Il tutto torna nelle mani della FIMIT e di Ligresti verso nuove lottizzazioni, nuovi profitti e nuove speculazioni immobiliari. Gli interessi sono molti e le mire quelle consuete dei signori del mattone.
Il ruolo svolto dal Comune e dal Sindaco è stato a dir poco superficiale. Sia nella gestione del trasferimento degli anziani, sia nell’approfondimento di possibili soluzioni che mantenessero il bene come servizio pubblico. Si è voluto mettere l’accento sull’onerosità dell’affitto piuttosto che sulla fondamentale funzione svolta dalla struttura socio-sanitaria.
La nostra iniziativa intende riaprire la questione. Molti e molte hanno lottato per difendere lo spazio senza riuscirci. Ora dopo la riappropriazione discutiamo insieme su come strapparlo alla rendita e alla speculazione finanziaria.
La crisi che tutti noi viviamo e il debito che ci vogliono imporre è costituito anche da queste privazioni. L’idea che dismissioni, privatizzazioni, liberalizzazioni, siano la panacea per uscire dalle difficoltà finanziarie di questo paese ci sta togliendo ogni sovranità sui beni comuni. Il patrimonio pubblico e strutture come quella di Casal Boccone non possono andare perdute e vanno difese ad ogni costo.
Noi non decidiamo più su come deve essere usato il territorio e ciò che è costruito. Assistiamo ad un consumo di suolo costante e vorace, ad un saccheggio delle risorse e dell’ambiente, senza che nulla serva per affrontare l’emergenza alloggiativa o la mancanza di spazi sociali e culturali. In più subiamo una precarizzazione costante del lavoro e tra gli altri soprattutto gli operatori sociali impegnati sul territorio e in strutture come questa ne pagano le conseguenze. Le nostre esistenze divengono sempre più precarie e il nostro presente sempre più sotto ricatto. Per non parlare del futuro con redditi incerti e diritti malfermi.
La mobilitazione intende riaprire in città un conflitto per la difesa dei beni comuni, della sovranità territoriale, della democrazia e della difesa dei diritti . alla casa, al reddito, ad un welfare di cittadinanza per autoctoni e migranti. Questa è la sicurezza che dobbiamo vogliamo e non quella del controllo di polizia sul territorio, utile solo a limitare gli spazi di democrazia e la libertà di movimento.

SOSTENIAMO L’OCCUPAZIONE di via Casal Boccone 112

9 GENNAIO ORE 17.30

ASSEMBLEA PUBBLICA

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1 Commento


  • enrico dalfiume

    ATTACARE LA SPECULAZIONE E ABBATTERE IL CAPITALE REDISTRIBUENDO REDDITI E PROFITTI SOCIALI! nuovo comunismo

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