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Assemblea autoconvocata delle Rsu a Milano. una occasione mancata

Maurizio Scarpa (membro del direttivo della Cgil) commenta l’assemblea della Rsu di Milano sulla controriforma Fornero sulle pensioni.

A Milano era annunciata per il 20 dicembre una assemblea “autoconvocata” di RSU per provare a  cancellare la riforma previdenziale voluta da Fornero approvata con il voto bipartisan PD-PDL. Ho voluto parteciparvi perché obiettivo e modalità organizzative (autoconvocata) mi convincevano e mi è parso un buon punto di partenza. Lo svolgimento di questa iniziativa al contrario delle mie aspettative è stato quanto di più triste e deludente ci si potesse attendere. Un incontro tra reduci, assemblando aderenti a ex aree programmatica della CGIL con il gotha di quella che è stata la diaspora delle Federazione della Sinistra. 

Era evidente dalla lettura dei promotori che l’idea era nata in casa Lavoro Società/ Partito del Lavoro. Questo dato è ininfluente per il sottoscritto: se una idea è buona non è importante da chi viene. Ma la natura dell’iniziativa è stata subito chiara quando si è visto che una parte significativa delle poltrone era occupata dai dirigenti di Rifondazione comunista con Ferrero in testa, da quelli del PDCI ai suoi massimi livelli, da Cesare Salvi per il Partito del Lavoro ( il cui vero leader è Patta). Più defilata la delegazione di SEL presente solo con il lombardo Tino Magni (Assente Vendola e Ciccio Ferrara ha mandato solo un saluto non letto in sala). Un’altra parte significativa di sedie era occupata dai funzionari e segretari aderenti a Lavoro Società, Nicolosi, Rossano Rossi e Patta in testa.

Se non fosse stato per l’arrivo della folta delegazione di Firenze, la presenza di delegati di posto di lavoro “attivi” (quindi non pensionati o funzionari sindacali) sarebbe stata minoritaria.  Non ho remore a credere che le 160 adesioni di RSU dichiarate dalla presidenza sia reali. Ma altrettanto reale è il dato che in sala ve n’era rappresentata una esigua minoranza. 

Dato poi che il cammino di questa autoconvocata si dovrà sviluppare, come dichiarato in relazione dal compagno Breda, in tempi rapidi cioè nelle prossime dieci settimane, sorge il sospetto che più che all’obiettivo di cancellare la riforma Fornera ( che richiederà anni di duro lavoro e mobilitazioni durature nel tempo), si voglia coniugare la costruzione di una lista elettorale, che riaggreghi diaspora sottomentite spoglie la defunta “Federazione della Sinistra ” per le prossime elezioni europee con la sponsorizzazione, dell’emendamento “Nicolosi” al documento congressuale della segretaria Camusso per altro sottoscritto anche dal segretario emendatario citato. 

A conferma di ciò vogliamo ricordare l’irritazione della presidenza quando un delegato pensando di essere in una assemblea di RSU ha citato il congresso della CGIL ed essendo della FIOM anche l’emendamento Landini sulla contrattazione. 

Un’assemblea dove l’età media in sala superava abbondantemente i quarantacinque anni. Per questo ritengo sia stata una scelta coerente che a presiedere questa assemblea nazionale di RSU sia stato chiamato un settantenne da tempo in pensione. Una gentilezza gradita anche dal sottoscritto quella di non far sentire vecchi la maggior parte presenti. Per i diversamente anziani come me è venuta in mente una autoconvocata dell’inverno 1983 (dicasi 30anni fa) nella stessa sala con le stesse persone, sottoscritto compreso, anche se allora ci univa la lotta contro l’attacco del Governo Craxi alla scala mobile.. Ma allora eravamo veramente giovani delegati di belle speranze. Parafrasando la nota frase di un grande vecchio ” La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come speranza, la seconda come farsa.” 

Un vero peccato. Un’occasione mancata. Un’idea buona utilizzata male. 

Ma non perdiamo la speranza che le 160 RSU promotrici e molte altre che si sommeranno, sappiano riprendere in mano liberamente il governo di questa battaglia, liberandosi dagli aiuti interessati, mettendo la centro la riconquista dei propri diritti, ma anche denunciando la grande responsabilità di quel mondo sindacale che ha permesso ai governi amici di distruggere decenni di conquiste operaie mettendo in campo tutta la propria potenza di fuoco…: quattro ore di sciopero ogni dodici mesi.

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