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Liguria. Investimenti a terra, economia stagnante

Dal rapporto sull’economia ligure nel 2016 presentato questa mattina della Banca d’Italia *

“Nel 2016 l’economia ligure ha proseguito a crescere leggermente, grazie ai consumi e al positivo risultato delle esportazioni; gli investimenti sono rimasti su livelli contenuti. Nell’anno in corso la ripresa dell’attività produttiva dovrebbe consolidarsi.

Le imprese

Nell’industria in senso stretto il fatturato si è ridotto; sul comparto hanno anche pesato le difficoltà di aziende in fase di ristrutturazione o di riposizionamento competitivo. L’attività delle imprese edili è rimasta debole, anche se nelle opere pubbliche sono proseguiti i lavori di alcune primarie infrastrutture logistiche

La moderazione assunta dalla ripresa economica e gli ampi margini inutilizzati di capacità produttiva non hanno favorito la spesa per investimenti fissi, che non si è discostata da quella del 2015 pur con un recupero nel comparto industriale.

I prestiti bancari alle imprese hanno continuato a diminuire, riflettendo la debolezza della domanda e a fronte di criteri di offerta rimasti accomodanti. La dinamica del credito e i tassi applicati sono stati differenziati a seconda del profilo di rischio e del settore di attività della clientela, nelle condizioni complessive date per effetto dell’orientamento espansivo della politica monetaria della BCE.

 Anche la quota di finanziamenti assistiti da garanzia si è ridotta.

Il mercato del lavoro

La moderata crescita economica non si è riflessa sull’occupazione ligure, che è marginalmente diminuita; vi si è accompagnato l’aumento del tasso di disoccupazione.

Distribuzione del reddito e povertà

. – In regione circa un quinto della popolazione con i redditi più bassi detiene, secondo gli ultimi dati disponibili (2013-14), poco meno del 7 per cento del reddito, a fronte del 2 per cento della popolazione più ricca che ne detiene oltre l’8 per cento (fig. 4.4.a e tav. a4.3). Rispetto al biennio 2010-11 la quota della popolazione a basso reddito è salita a scapito delle altre due classi.

Nel 2015 la quota di famiglie liguri in povertà assoluta è cresciuta rispetto al 2014, superando il 9 per cento e ampliando il proprio differenziale sfavorevole rispetto alla media italiana e al Nord Ovest

Commento:

Emergono ancora una volta dati di grande difficoltà per l’economia ligure che soffre soprattutto di una crisi di investimenti e di progettualità industriale, oltre ad una carenza infrastrutturale evidente.

Sarebbe interessante avere dati disgiunti rispetto alle diverse realtà territoriali e al riguardo dei diversi comparti produttivi, ricordando sempre la situazione savonese e la famosa dichiarazione di area di crisi complessa che finora non ha sortito alcun effetto neppure sul piano degli annunci.

Non sorprendono i dati sulla crescita della disoccupazione e impressionano i dati sulla quota delle famiglie in povertà che arriva al 9%: anche in questo caso sarebbe interessante un rapporto tra costa ed entroterra.

Emerge però una domanda di fondo: disponiamo di dati sull’incremento delle esportazioni (dati confermati anche dalle analisi di Unioncamere).

Di contro è confermato l’aumento della disoccupazione.

Di conseguenza, come si verifica questo aumento dell’occupazione? Attraverso l’intensificazione dello sfruttamento degli addetti diminuiti di numero, oppure attraverso un allargamento del lavoro nero magari sfruttando manodopera immigrata irregolare (anche in relazione alle accertate infiltrazioni mafiose in molti campi di attività)


(commento a cura di Franco Astengo)

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