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Sardegna. Denunce a 40 attivisti contro le basi militari. Accuse di terrorismo ed eversione

A Foras respinge con forza il grave atto intimidatorio e lesivo della libertà di manifestazione proveniente dalla Digos e dalla Procura Antiterrorismo di Cagliari.

L’arrivo di 40 denunce, molte delle quali riguardano militanti di A Foras, a meno di un mese dalla manifestazione prevista per il 12 ottobre di fronte al poligono di Capo Frasca è un chiaro messaggio intimidatorio che mira a spaventare tutti quelli che vorrebbero manifestare la propria contrarietà all’occupazione militare della Sardegna. È il segnale di uno Stato impaurito dalla possibilità che il popolo sardo decida finalmente di lottare per riavere indietro la sua terra, occupata abusivamente da decenni dalle Forze Armate italiane.

Esprimiamo solidarietà incondizionata a tutti coloro che sono stati raggiunti dalle denunce. In cinque casi si parla di associazione con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico.

Ribadiamo con forza che il terrorismo è quello di chi distrugge quotidianamente la nostra terra con le esercitazioni militari, di chi ha fatto ammalare civili e militari con l’utilizzo dentro i poligoni di sostanze inquinanti, di chi condanna all’estinzione comunità locali depresse economicamente e socialmente dalla presenza delle basi, di chi impedisce ai pescatori o agli allevatori di fare il loro lavoro.

Dove è la Procura di Cagliari, quando si tratta di indagare sulla Penisola Delta, quell’area del poligono di Teulada dove l’accesso è interdetto persino ai militari e dove i vertici dell’Esercito hanno dichiarato che non sarà mai possibile effettuare bonifiche? Di fronte a queste notizie di reato, l’azione penale diventa un optional?

Il 12 ottobre alle 15:00 noi saremo a Capo Frasca, senza lasciarci intimidire e insieme ad altre 40 organizzazioni. Con noi ci saranno tantissimi sardi e tantissime sarde che non vogliono più sopportare il giogo di un’occupazione militare abusiva e portatrice di morte e distruzione. Sarà una giornata di festa, in cui dimostreremo di non aver paura e in cui esprimeremo la nostra solidarietà a chi è stato colpito da teoremi accusatori traballanti e pretestuosi, finalizzati esclusivamente a spaventare. Manifesteremo liberamente, come è nei nostri diritti, e prometteremo che prima o poi quelle basi non occuperanno più la nostra terra.

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