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Messina. Morte in cambio di lavoro

Questa la notizia di poco fa:

Gravissimo incidente sul lavoro su una nave della Siremar nel porto di Messina. Quattro marinai sono morti e altri tre sono rimasti intossicati durante i lavori di manutenzione di una cisterna del traghetto Sansovino, mentre era attraccato al molo San Raineri. Uno dei marinai è morto sulla banchina, gli altri due all'ospedale Papardo e al Policlinico. Tra le vittime c'è un secondo ufficiale ventisettenne, originario di Lipari. L'incidente è avvenuto nel primo pomeriggio.

Secondo una prima ricostruzione i marinai stavano effettuando una saldatura all'interno della cisterna, dalla quale si è scatenato un principio d'incendio che ha sprigionato fumi tossici. I marinai sono stati soccorsi dal 118, che ha prestato le prime cure anche a un numero ancora imprecisato di marinai intossicati in modo più lieve.

Un primo commento:

 Vale la pena ripeterci senza alcun timore di annoiare:

Ancora una volta il lavoro scambiato con la morte nel contesto di una terribile intensificazione dello sfruttamento, di precarizzazione delle condizioni di lavoro e di vita, di abbruttimento complessivo nella qualità della convivenza civile.

Una situazione drammatica che stride con la vacuità con la quale si affrontano le questioni politiche: una vacuità che comprende il personalismo, la vanità conclamata, la volontà esasperata di mantenere le condizioni di privilegio, l’additare il modello “Marchionne” come esempio.

Una situazione che s’incontra con la crescita esponenziale delle disuguaglianze a tutti i livelli mentre si racconta che il “NO” al referendum farà fallire le banche: una spudoratezza insensata che tende a far dimenticare le speculazioni che si agitano colpevolmente e impunemente in un mondo della finanza ammorbato dalla corruzione.

Non è possibile esprimere sconcerto o cordoglio ma soltanto rabbia e vale ancora riscoprire l’antico motto “Ribellarsi è giusto”.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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