Sabato 1 febbraio, a Bologna corteo alle 15 da piazza dell’Unità, con i licenziati Granarolo contro i licenziamenti e le aggressioni di Stato, Mafia e multinazionali, per il diritto a lottare e difendere il salario.
Polizia e carabinieri hanno caricato ed arrestato i lavoratori e i solidali in presidio davanti alla Granarolo; la Mafia delle cooperative aggredisce e pesta un militante del SI Cobas con l’avvertimento “basta assemblee, basta scioperi”; Electrolux chiede il dimezzamento dei salari per non licenziare: facce diverse di un’unica offensiva antioperaia volta a colpire la libertà di sciopero, ridurre i salari, ed imporre più sfruttamento.
La lotta dei facchini contro l’impero Granarolo-LegaCoop è una lotta che riguarda tutti i lavoratori.
Sono stati licenziati in 51 perché hanno scioperato contro il taglio del 50% dei salari. Sono stati licenziati per impedire che un sindacato autorganizzato, il SI Cobas, entrasse in azienda ad organizzare gli operai.
La politica della Granarolo, uno dei centri di potere delle Coop “rosse”, non è diversa da quella all’Artoni e della Fiat d Marchionne: tener fuori un sindacato scomodo e non addomesticabile anche per non dar noia alla CGIL, il sindacato amico, allla quale la multinazionale del latte e Legacoop, vogliaono garantire il monopolio nei posti di lavoro.
Le lotte di quest’estate avevano strappato l’impegno del sistema Coop a riassumere 23 dei 51 licenziati entro il 31 ottobre, e aprire la trattativa per un percorso di rientro degli altri 28, garante il Prefetto.
Gli impegni sono stati disattesi, ma il Prefetto, al posto di imporne il rispetto da parte della LegaCoop e del Consorzio delle cooperative coinvolte, manda le “forze dell’ordine” a caricare coi manganelli i lavoratori che con tenacia hanno ripreso le proteste davanti alla Granarolo, bloccando il trasporto del latte.
Giovedì scorso hanno usato spray urticanti e hanno fermato 6 persone, incarcerando due lavoratori fino a lunedì per dare il segnale che contro il potere non si può lottare nè si può contrastare le politiche padronali. Il governo Letta, legato a doppio filo al complesso di interessi industriali, commerciali e finanziari, usa i suoi bracci armati contro i lavoratori quando lottano per difendere i propri diritti.
Vogliono stroncare il movimento di scioperi che, a partire dalla logistica, con il SI Cobas, l’ADL Cobas e la Confederazione Cobas del settore privato, ha imposto in controtendenza il rispetto del contratto di lavoro e condizioni di lavoro dignitose. Vogliono impedire che si estenda questo esempio di lotta ad altri settori.
I facchini licenziati della Granarolo sono a casa da 9 mesi ricevendo solo tre mesi dei soldi della Cassa Integrazione. Alcuni sono rimasti senza elettricità e riscaldamento in pieno inverno con le loro famiglie, e sono sotto sfratto. La loro lotta comincia ad essere punto di riferimento di altri lavoratori e settori sociali in depauperazione e va allargata e sostenuta da un ampio fronte operaio, di precari e studenti al di là delle appartenenze sindacali e politiche:
– per la difesa del diritto di sciopero e del salario;
– contro le aggressioni di padronato e Stato;
– per il reintegro dei lavoratori licenziati;
Sabato 1 febbraio, a Bologna corteo alle 15 da piazza dell’Unità
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