Analisi, critiche e alternative al sistema Europa
Ne discutiamo con:
Sergio Cesaratto (Docente di Politica Economica Università di Siena )
“Europadella o eurobrace? Gli scenari possibili”
Riccardo Bellofiore (Docente di Economia Politica Università di Bergamo )
“Non è finita finché non inizia a cantare la cantante grassa. Di cosa dovremmo parlare quando parliamo di crisi europea”
Luciano Barra Caracciolo (Giurista, autore di “Euro e (o?) democrazia costituzionale)
“Euro tra democrazia e ordoliberismo”
Sabato 5 aprile 2014 ore 15,30
Sala Civica “PABLO” Via Marchesi 35 – Parma
Organizzato da: Commissione Audit, Liberacittadinanza, Insurgent City, Ross@ Parma
Dopo sette anni di crisi capitalistica l’Unione europea ha dovuto gettare la maschera sulla sua natura neoliberista e predatoria.
Tutti i giorni siamo investiti dagli ormai triti ritornelli della crescita, della competitività, dell’eccessiva spesa pubblica che porta con sé la colpa del debito. La cura che ci propongono è parte stessa delle dinamiche che hanno generato la crisi e consiste nel socializzare i costi privatizzando i profitti.
L’austerity, i tagli al welfare, le politiche antisociali attuate attraverso le privatizzazioni e l’attacco sistematico al mondo del lavoro, il controllo dei flussi migratori (Frontex) a fronte dell’assoluta libertà dei movimenti di capitale, nonché il restringimento degli spazi democratici da parte dei mercati, non possono essere la soluzione!
La rottura della moneta unica non deve dunque più essere considerata un tabù.
La costruzione europea deve divenire oggetto di discussione e di decisione collettiva.
L’euro non è un semplice ingranaggio tecnico, ma una costruzione politica a cui occorre opporsi politicamente.
A chi conviene l’euro? Alle banche, alle oligarchie finanziarie globali, alle grandi concentrazioni industriali e ai loro luogotenenti governativi. Non conviene certo ai lavoratori, ai precari, alle fasce subalterne della popolazione e ai migranti! La critica economica è dunque la premessa necessaria per comprendere i rapporti di forza tra le classi e tra i paesi (centrali e periferici) e quale sia la reale posta in gioco della crisi. Ma la critica non è sufficiente, occorre un’idea politica organizzata e la volontà di imporla per disattivare il pilota automatico della governance europea.
L’euro è al capolinea? E’ un progetto realmente riformabile? Si può e si deve uscirne? La questione europea può essere ridotta ad un sì o ad un no all’euro? L’Unione Europea è solo un luogo di crisi o anche un terreno di lotta?
Il momento di dibattito che proponiamo s’interroga su queste problematiche, ma non vuole limitarsi ad una sterile analisi accademica. Andare oltre, delineare le alternative in campo non è per noi un esercizio teorico, ma la premessa per contribuire alla costruzione di un blocco sociale e di un spazio di lotta.
NON SIAMO IL LORO BOTTINO!
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