I lavoratori del settore lo vogliono e lo hanno costruito con la loro fatica quotidiana fatta di nottate al freddo e a respingere provocazioni e manganellate.
Lo vogliono perchè è una risposta di grande dignità contro caporali, sindacati confederali complici e istituzioni conniventi con sistemi schiavistici e mafiosi di sfruttamento.
Lo vogliono perchè è molto tempo che hanno iniziato a riprendersi ciò che loro spetta e non vogliono fermarsi.
Infatti, tanti anni sono passati da quando ad Origgio, dopo mesi di lotta, alla vigilia di natale si strappava una vittoria importante con accordo e rientro di tutti con in più il fondamentale riconoscimento dei sindacato di base come vero rappresentante dei lavoratori. Da allora tante vittorie e anche qualche sconfitta. Da allora il livello di scontro con tutti i vari livelli repressivi (da quello delle forze dell’ordine a quello dell’isolamento razzista voluto da istituzioni: su tutti il caso ikea piacenza) è andato progressivamente aumentando.
La risposta è sempre stata importante: i lavoratori e i solidali hanno costruito intelligenza nell’intervento, compattezza e grandissima solidarietà.
Da Milano a Piacenza, da Bologna a Padova e così via, masse di lavoratori e militanti antagonisti hanno attraversato i territori per raggiungere e costruire forza senza mai che gli uni sovradeterminassero altri. Anzi si è costruito un fronte compatto tra soggetti paritari che sanno utilizzare comitati di lotta specifici, sindacato di base, coordinamenti a seconda di quello che la lotta specifica e generale richiede.
E molto importante sono stati in questi anni i contribuiti di molte realtà e molti compagni che trovandosi lontano dallo specifico luogo dell’intervento hanno voluto comunque esserci.
Sono coloro che hanno dato vita a iniziative per la cassa di resistenza dei lavoratori licenziati; sono coloro che hanno bombardato i siti dei committenti delle cooperative sfruttatrici (su tutti il grande danno d’immagine a ikea attraverso il blog della casa svedese); i presidi di solidarietà davanti ai negozi come Esselunga, billa, ikea…
Un gran lavoro in costante collegamento con chi davanti ai cancelli riprendeva la pratica (volutamente dimenticata dai sindacati complici) del blocco dell’attività durante lo sciopero.
Certo nel corso degli anni sono arrivate denunce (il 29 marzo a Saronno ci sarà l’udienza per il processo su Origgio contro tanti lavoratori e tanti militanti). Un nostro compagno e una nostra compagna sono stati obiettivo mirato di una vendetta “preventiva” della questura che ha portato ad una condanna definitiva a 7 mesi e mezzo e il nostro compagno è in attesa della sua esecuzione.
E’ di questi giorni il foglio di via da Piacenza per Aldo Milani (coord.nazionale Si Cobas) e altri militanti. Fatto ancor più grave perchè colpire un sindacalista che sedeva al tavolo delle trattative (a memoria di lotta sindacale fatto mai visto) da il senso di quanto ormai ogni lotta rivendicativa e sociale assuma, per le controparti, la dimensione di scontro aperto ma anche di paura della dimensione che il conflitto sta assumendo.
Ovviamente ciò non ferma niente.
La giornata del 22 è importante per tutti ed è una messa alla prova di quanto diffuso possa essere il fronte. un fronte costruito, stavolta senza retorica o frasi di comodo, veramente dal basso. I compagni e i militanti hanno appoggiato e costruito insieme senza mai pensare di primeggiare.
Anzi più volte il contesto in cui ci si è trovato è stato quello di assimilare e imparare. Essere presenti senza parlare di astratta politica, sapendo che la politica è da costruire sul campo e nella quotidianità.
Così si è costruito in questo mese e mezzo assemblee preparatorie.
Mentre il mondo guardava altrove, demandando la soluzione di ogni problema al solito teatrino della politica parlamentare ora investito da un’ ondata di radicalismo interclassista, i lavoratori hanno costruito assemblee in più città nello stesso giorno (3 marzo) con collegamento in streaming e proponendo una piattaforma rivendicativa di grande importanza e concretezza .
Hanno continuato con assemblee davanti ai singoli magazzini. Sono arrivati a metà marzo ad un ulteriore assemblea per tutti tenutasi a bologna e ben riuscita, per poi ricalarsi nei singoli territori per ulteriori confronto per preparare la giornata di questo venerdi
Il risultato è già stato ottenuto: i lavoratori hanno deciso modalità e strumenti.
I lavoratori vogliono dignità e respingono al mittente ogni tipo di provocazione repressiva o mediazione. Mandano un segnale a chi (cgil-cisl-uil) senza legittimità si sta sedendo al tavolo della trattativa nazionale: sono i lavoratori che decideranno.
E se questa settimana è iniziata con il blocco degli straordinari, venerdi i presidi saranno il segnale della compattezza e della dignità.
Segnale che si vorrebbe arrivasse a chiunque lotta.
Perché il 22 è una tappa di un percorso più complessivo che deve coinvolgere un contesto di cambiamento generale necessario.
Ecco, questo i lavoratori della logistica stanno provando a praticarlo, a partire dai loro bisogni primari con l’unico strumento nelle loro mani: la lotta di classe.
Centro Sociale Vittoria
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