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Cosa sta accadendo in Turchia?

A nessuno sono sfuggiti gli avvenimenti delle ultime settimane.

Gli scandali trapelati di corruzione del sistema di governo dell’AKP, con il ruolo dell’oscura confraternita di Fethullah Gülen, la rinascita delle proteste di decine di migliaia di persone nelle strade di Istanbul e in altre città, la richiesta di dimissioni del governo, il dibattito nella sinistra e tra le forze comuniste.
Per capire cosa sta accadendo in Turchia, al di là del caos volutamente riflesso nei nostri media, riportiamo l’analisi proposta dal Partito Comunista di Turchia (TKP) sull’attuale crisi politica in Turchia.

Fine corsa per il governo dell’AKP
Cosa sta accadendo in Turchia? Come si deve affrontare l’attuale crisi politica e quali sono i fattori dietro essa? Il principale partito di opposizione, CHP (Kemalista), rappresenta un’alternativa per il governo? Come aprire la strada per una Repubblica Popolare?
Undici anni fa, nonostante alcune esitazioni, gli Stati Uniti hanno considerato l’AKP come un’opzione “che valeva la pena di testare” per governare la Turchia. Il partito islamico neoliberista fu molto entusiasta di servire gli interessi degli Stati Uniti in Medio Oriente. L’AKP ha presentato un piano politico agli americani che all’epoca sostenevano una versione dell’islam sunnita nella regione.

Questa versione dell’Islam politico era compatibile con gli interessi del capitale mondiale e dei suoi centri imperialisti. L’AKP era molto ambizioso e poco soddisfatto dalla diplomazia passiva della politica estera turca tradizionale.
Dopo aver finalmente convinto l’amministrazione americana della sua fedeltà agli interessi imperialisti degli Stati Uniti, l’AKP ha acquisito una posizione d’alleato di rango degli Stati Uniti, un “partner strategico” in Medio Oriente.
Anche in Europa, sia i governi di destra come quelli di “sinistra” all’interno dell’UE furono entusiasti dell’islamismo filo-occidentale e filo-capitalista di questo nuovo partito.
Nonostante alcune preoccupazioni storiche e confessionali, anche l’Iran ha considerato il governo islamista come una opportunità importante.

La Russia è partita dal principio che sarebbe stato possibile allineare i suoi interessi con quelli del governo Erdogan, per quanto riguarda le relazioni economiche ed energetiche, visto che il governo si vantava della sua cultura “commerciale”.
Israele era già a conoscenza del pragmatismo della tradizione Milli Görüş (Punto di vista nazionale), movimento da cui proviene l’AKP, e non considerava “l’identità islamica” come un problema, in quanto le relazioni militari ed economiche funzionavano.
La borghesia turca ha scoperto lo spirito padronale dell’AKP e si è resa conto che questa nuova squadra rappresentava un ottimo candidato per il capitale, potendo utilizzare anche il suo retroterra religioso per contenere le potenziali reazioni sociali verso le imminenti offensive neoliberali contro classe operaia.
Oltre la setta Fethullah Gülen, anche altre sette religiose sostenevano l’AKP nei propri interessi (economici).
Il movimento curdo si aspettava dal governo dell’AKP, che non era in linea con le politiche dello “stato nazionalista tradizionale”, che potesse essere l’occasione per risolvere la questione curda.

Cosa è andato storto?

L’AKP ha recentemente perso il credito dell’imperialismo statunitense, in termini di credibilità e di affidabilità come governo duraturo.
Per comprendere le ragioni del declino dell’AKP bisogna sottolineare il ruolo di due errori: il primo, è stato il crollo totale della politica estera della Turchia in Siria e l’attrito sull’opportunità di sostenere gli elementi dell’opposizione siriana direttamente legati ad Al-Qaeda.
Il secondo fallimento, è stato l’impotenza del governo di controllare gli incidenti che hanno portato alla sollevazione popolare nel giugno scorso contro la sua politica sempre più oppressiva.
E’ importante notare anche che gli alleati di Erdogan stavano perdendo in Medio Oriente, più o meno nello stesso periodo. Un movimento popolare, seguito da un colpo di stato militare, ha rovesciato i Fratelli Musulmani in Egitto. Il governo Ennahda in Tunisia sta perdendo terreno nel lungo periodo.
In termini di dinamiche politiche interne, l’AKP è stato sostenuto da una coalizione di forze comprendente il tradizionale capitale turco e le organizzazioni religiose.
I principali componenti dell’attuale governo dell’AKP, che ha guidato la Turchia negli ultimi undici anni, sono nell’entourage di Erdoğan e nella comunità Gülen (nota anche col nome di Movimento Hizmet), il cui leader ha vissuto negli Stati Uniti per più di un decennio.
In alleanza con la comunità Gülen, l’AKP è irrevocabilmente riuscito a mettere l’esercito e la magistratura sotto il suo controllo completo, sostituendo così la Repubblica Kemalista con un nuovo regime islamista.
Nel corso di questa trasformazione e in collaborazione con la comunità Gülen, l’AKP ha istituito il  proprio dominio dopo aver preso il controllo del potere esecutivo, legislativo e giudiziario. I membri della comunità Gülen, però, tirano le fila di quest’ultimo, così come delle forze di polizia.
La crisi attuale può essere intesa come una frattura all’interno del blocco dirigente in Turchia. La coalizione di forze, comprendente il capitale internazionale e l’imperialismo statunitense, che ancora sostenevano il governo dell’AKP fino a poco tempo fa, si domandano adesso se possono continuare a lasciare Erdoğan al potere.
L’ultima “operazione anti-corruzione” che è stata scatenata deve essere analizzata in questo contesto. Attraverso i suoi quadri nella magistratura e nella polizia, la comunità Gülen sotto le direttive degli USA, ha spinto il pulsante per l’operazione.
Lo scopo di questa operazione è quello di indebolire direttamente l’AKP e di tenere a freno l’ego di Erdoğan, che ha spesso portato le sue politiche in conflitto con gli interessi imperialisti nella regione.
Anche se il declino del governo è iniziato, si prevede che l’operazione continuerà per un po’ di tempo prima di assestare il colpo finale.
I centri imperialisti, il capitale nazionale e internazionale hanno bisogno di tempo per trovare nuove alternative, nuove configurazioni di potere per rimpiazzare il governo dell’AKP.
Questa nuova configurazione potrebbe includere il Partito socialdemocratico d’opposizione CHP, la comunità Gülen e alcuni quadri dell’AKP.
Ci sono forti segnali che indicano che il partito laico e di “sinistra” CHP, sotto la direzione di Kemal Kılıçdaroğlu è pronto a cooperare con gli Stati Uniti e la comunità Gülen.
Kılıçdaroğlu ha evitato di fare commenti negativi sul ruolo che gli Stati Uniti e la comunità Gülen hanno giocato nello scandalo della corruzione. E’ noto che Kılıçdaroğlu sta conducendo trattative con le associazioni legate alla comunità Gülen.
La scelta dei candidati alle prossime elezioni amministrative del CHP riflette la situazione. Il candidato a Istanbul è noto per avere forti legami con la comunità Gülen e il candidato per Antakya è l’ex sindaco dell’AKP, che l’AKP ha scelto di non candidare.

La fine dell’AKP si sta avvicinando 

La gente aveva la convinzione pessimista che “questo governo non sarebbe mai andato via”.
Nel mese di giugno, un movimento popolare è emerso ed è riuscito a mobilitare anche i più pessimisti e tutti abbiamo visto come l’equilibrio politico del paese sia radicalmente cambiato nel giro di pochi giorni.
Il principale motto delle persone che hanno assediato le strade a giugno è stato: “Governo, dimissioni! Dittatore, dimissioni!” Il principale motto per le strade d’oggi è ancora lo stesso “Dittatore, dimissioni!”
La sconfitta del dittatore, tuttavia, non deve andare a vantaggio dei Gülenisti o degli Stati Uniti. Il popolo deve fare il proprio lavoro. E’ responsabilità del TKP (Partito Comunista di Turchia) organizzare la resistenza popolare di giugno in un movimento politico che porti a termine il lavoro cominciato con la resistenza.

Partito Comunista di Turchia (TKP) | solidarite-internationale-pcf.over-blog.net

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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