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Capitalismo e ambiente. Un divorzio dalle conseguenze pesanti…

La complessità di questo periodo storico, soprattutto in Italia, tende a venire troppo spesso sottovalutata e ridotta alla “questione migranti”. Contraddizioni e silenzi portano a oscurare un discorso più ampio, in cui se da un lato è innegabile la crescente intolleranza nei confronti del “diverso”, di fatto “giustificata” dalla forze politiche governative, così come è un abominio permettere che le migrazioni continuino in questo modo (tipicamente viaggi su barche fatiscenti preceduti da reclusioni e torture nei campi libici), è anche vero il bisogno di evitare che il discorso, oggi, si limiti solo a questo.

Alcune considerazioni dovrebbero essere d’aiuto.

Secondo la Banca Mondiale [1] per raggiungere gli SDG 6.1 e 6.2, cioè gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite volti ad assicurare rispettivamente l’accesso all’acqua potabile e a fonti igienico-sanitarie adeguate per tutti in tutto il pianeta entro il 2030, basterebbero 114 miliardi di dollari l’anno. Che possono sembrare tanti, ma in realtà corrispondono più o meno al PIL di un Paese come il Kuwait [2], ricco ma piccolo (ha solo 4 milioni di abitanti); corrispondono anche a meno di quanto spesero nel solo 2007 gli Stati Uniti in armi e sistemi di difesa per la guerra e invasione dell’Iraq [3].

Dovrebbe apparire superfluo ricordare come le migrazioni siano per lo più indotte da fattori quali guerre, fame, ma anche cambiamenti climatici. In proposito uno studio del 2016 [4] ha evidenziato delle forti correlazioni proprio tra migrazioni e cambiamenti climatici soprattutto in quei Paesi poveri molto dipendenti dall’agricoltura. Cioè, l’aumento delle temperature così come il verificarsi di eventi climatici estremi (causati dall’effetto serra, per via dei gas climalteranti come CO2 e metano in particolare), porta la gente a migrare ulteriormente.

Ma ciononostante, e ignorando il fatto che la comunità scientifica evidenzi da decenni come la causa principale dell’effetto serra sia l’uomo, tra automobili, emissioni di metano dagli allevamenti intensivi, industrie, discariche [5], l’opinione pubblica continua a non scandalizzarsi se gli Stati Uniti si oppongono agli accordi sul clima e le emissioni inquinanti per via di altri interessi e delle lobby del petrolio [6].

Anche volendo considerare un ambito meno globale, le risposte alle difficoltà dell’Italia devono comunque essere lucide e ragionate. Continua spesso ad esserci invece una forte ipocrisia nel parlare di carenza di posti di lavoro, nel fare la (pur lecita) constatazione sui centri di accoglienza che “in molti casi non vengono gestiti per come dovrebbero e gli interessi sono principalmente in mano ai privati”, dando però una risposta tanto spiazzante quanto sbagliata e cioè “chiudiamo tutti i centri di accoglienza”. Anche perché, banalmente, molti ragazzi “italiani” lavorano in quei centri, che quindi non tolgono posti di lavoro, anzi! Andrebbe semmai cambiata la gestione dell’accoglienza, affidandola al pubblico e permettendo veri percorsi di inserimento ai migranti.

D’altro canto il discorso in Italia non può venire circoscritto a quest’ambito. Andando ad osservare una dimensione più locale, da siciliano (momentaneamente) emigrato al nord, so bene come i problemi della mia terra siano ben altri. A cominciare dalla gestione dei rifiuti. La Sicilia infatti, secondo il rapporto dell’ISPRA del 2017, è l’ultima regione in Italia nella raccolta differenziata [7] e continua ad avere anche una normativa regionale a dir poco datata relativamente alla gestione delle acque di scarico, risalente al 1986 [8]. Molti Comuni, inoltre, sono sotto infrazione perché non depurano adeguatamente le acque di fogna [9]. Già una gestione adeguata di questi comparti porterebbe lavoro togliendolo dalle mani (e tasche) della mafia, migliorando la qualità dell’ambiente e riducendo i rischi per la salute.

La Sicilia è stata inoltre il Porto del Mediterraneo per secoli, adesso pare essere divenuta la “portaerei” degli USA nel Mediterraneo (si pensi al MUOS di Niscemi, tenendo presente che ci sono solo altri 3 impianti militari del genere in tutto il pianeta [10]). Dovrebbe invece ridiventare uno dei principali porti del Mar Mediterraneo, e qualcosa pare si stia anzi muovendo in proposito [11]. Ma anche lì, senza voler apparire disfattisti, vanno anche potenziati i collegamenti interni, le strade e le ferrovie siciliane; altrimenti rischia di crearsi un grande porto a Palermo (o in un’altra città) ma separato dal resto dell’isola.

Non va nemmeno sottovalutato quello che sembra si stia già iniziando ad ottenere a causa dei brutti venti che soffiano per ora in Europa. Un cambio, in peggio, della gestione di lungo termine dei soldi nell’Unione Europea (2021-2027), che sembra un regalo alle destre xenofobe; infatti è stato proposto per la prima volta di assegnare più risorse al controllo delle frontiere e dell’immigrazione che agli aiuti per lo sviluppo dell’Africa [12]. Come dire, invece di favorire progetti di sviluppo locale, si vuole rafforzare la “Fortezza Europa”. I disperati da un lato, i più fortunati dall’altro. (E intanto l’Europa e le sue multinazionali continuano a sfruttare le risorse africane).

È opportuno non dimenticare inoltre il problema dell’iniqua distribuzione della ricchezza, anche all’interno degli stessi Stati. Da un lato c’è l’ultimo rapporto Oxfam sull’argomento [13] che ha evidenziato come l’82% dell’incremento di ricchezza globale registrato nel 2017 sia finito nelle casseforti dell’1% più ricco della popolazione, mentre la metà più povera del mondo (3,7 miliardi di persone) ha avuto lo 0%. E in Italia a metà 2017, il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale netta. Inoltre una ricerca del 2017 [14] ha sottolineato come i “ricchissimi del pianeta” rappresentino attualmente la classe i cui membri possono interagire più facilmente tra loro e che la composizione di questa élite va divenendo sempre più variegata, con un incremento di “paperoni” prevenienti dalle economie meno avanzate. Fatti che non vanno sottovalutati. Nello stesso studio veniva ricordato inoltre come fossero davvero poche le ragioni per poter ritenere che il passaggio di un individuo nel “club dei ricchissimi” potesse portare giovamento agli altri membri della sua comunità.

L’attuale governo sembra invece essere più interessato alla Flat Tax, a ridurre le tasse dei ricchi rendendole più simili, in termini percentuali, a quelle dei poveri.

Andrebbe piuttosto ricordato che Google da solo, nel luglio 2018, ha raggiunto una capitalizzazione, cioè un valore di mercato, pari a 872 miliardi di dollari, inferiore tra l’altro a Apple o Amazon [15], mentre l’intera Borsa Italiana ha chiuso il 2017 con una capitalizzazione minore, cioè 644 miliardi di euro [16], pari a circa 745 miliardi di dollari.

Ecco, oggi più che mai vanno fatte emergere queste ingiuste contraddizioni, sia locali che globali. Evitando una guerra tra poveri.

Fonti:

[1] World Bank. More Money and Better Service Delivery: A Winning Combination for Achieving Drinking Water and Sanitation Targets. (Disponibile online: http://www.worldbank.org/en/news/press-release/2016/02/12/more-money-and-better-service-delivery-a-winning-combination-for-achieving-drinking-water-and-sanitation-targets)

[2] International Monetary Fund, 2017. (Disponibile online: http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2017/02/weodata/weorept.aspx?pr.x=51&pr.y=15&sy=2015&ey=2022&scsm=1&ssd=1&sort=country&ds=.&br=1&c=443&s=NGDPD%2CPPPGDP%2CNGDPDPC%2CPPPPC&grp=0&a=)

[3] Andrew Feinstein. The shadow world. Inside the global arms trade (pag. 411). Penguin Ed.

[4] Cai et al., 2016. Climate variability and international migration: The importance of the agricultural linkage.

[5] Miller et al., 2013. Anthropogenic emissions of methane in the United States.

[6] Jeffrey Sachs. Siamo tutti migranti del clima. (Disponibile online: http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/commenti-e-idee/2018-08-24/siamo-tutti-migranti-clima-171503.shtml?uuid=AEocH4eF&refresh_ce=1)

[7] ISPRA, 2017. Rapporto rifiuti urbani.

[8] Legge Regionale N. 27 del 15-05-1986. Regione Sicilia.

[9] Niente depurazione: altra multa Ue all’Italia (e su 74 emergenze, 50 sono in Sicilia). (Disponibile online: https://www.lasicilia.it/news/cronaca/164708/niente-depurazione-altra-multa-ue-all-italia-e-su-74-emergenze-50-sono-in-sicilia.html)

[10] Cos’è il MUOS. (Disponibile online: https://www.nomuos.info/cose-il-muos/)

[11] Un nuovo porto del Mediterraneo. Palermo, il progetto Hub. (Disponibile online: https://livesicilia.it/2018/07/24/un-nuovo-porto-del-mediterraneo-palermo-ecco-il-progetto-hub_982624/)

[12] Per la prima volta l’Europa spenderà più soldi per proteggere le frontiere che per aiutare l’Africa. (Disponibile online: https://www.google.it/search?q=proposto+per+la+prima+volta+di+assegnare+pi%C3%B9+risorse+al+controllo+delle+frontiere+e+dell%E2%80%99immigrazione+che+agli+aiuti+per+lo+sviluppo+dell%E2%80%99Africa&rlz=1C1AVNE_enIT723IT728&oq=proposto+per+la+prima+volta+di+assegnare+pi%C3%B9+risorse+al+controllo+delle+frontiere+e+dell%E2%80%99immigrazione+che+agli+aiuti+per+lo+sviluppo+dell%E2%80%99Africa&aqs=chrome..69i57.248j0j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8)

[13] Oxfam Italia. La grande disuguaglianza. (Disponibile online: https://www.oxfamitalia.org/la-grande-disuguaglianza/)

[14] Anand and Segal, 2017. Who Are the Global Top 1%?

[15] La società da mille miliardi di dollari: Google rilancia la sfida ad Amazon e Apple. (Disponibile online: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-07-24/i-conti-google-riaccendono-sfida-ad-apple-la-societa-un-trilione-dollari-152216.shtml?uuid=AEvWadRF)

[16] Borsa, 2017 in crescita per Milano: la capitalizzazione aumenta del 23%. (Disponibile online: https://economia.ilmessaggero.it/economia_e_finanza/borsa_milano_capitalizzazione-3454240.html)

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