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Il male minore o il meno peggio. Parole definitive sul tema

Uno scritto profetico di Gramsci mette una lapide su tutti coloro che continuano a stalkerarci con i discorsi sul voto utile e il meno peggio (ieri l’Ulivo oggi il Pd). Giustamente Gramsci stigmatizza anche l’atteggiamento speculare a quanto detto sopra ossia il tanto peggio tanto meglio, ma è sulla logica del male minore che scrive parole come piombo definendolo come “adattamento a un movimento storicamente regressivo”.

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Il male minore o il meno peggio (da appaiare con l’altra formula scriteriata del «tanto peggio tanto meglio»). Si potrebbe trattare in forma di apologo (ricordare il detto popolare che «peggio non è mai morto»). Il concetto di «male minore» o di «meno peggio» è uno dei più relativi. Un male è sempre minore di un altro susseguente possibile maggiore. Ogni male diventa minore in confronto di un altro che si prospetta maggiore e così all’infinito.

La formula del male minore, del meno peggio, non è altro dunque che la forma che assume il processo di adattamento a un movimento storicamente regressivo, movimento di cui una forza audacemente efficiente guida lo svolgimento, mentre le forze antagonistiche (o meglio i capi di esse) sono decise a capitolare progressivamente, a piccole tappe e non di un solo colpo (ciò che avrebbe ben altro significato, per l’effetto psicologico condensato, e potrebbe far nascere una forza concorrente attiva a quella che passivamente si adatta alla «fatalità», o rafforzarla se già esiste). Poiché è giusto il principio metodico che i paesi più avanzati (nel movimento progressivo o regressivo) sono l’immagine anticipata degli altri paesi dove lo stesso svolgimento è agli inizi, la comparazione è corretta in questo campo, per ciò che può servire (servirà però sempre dal punto di vista educativo).

Antonio Gramsci: I quaderni dal carcere, quaderno 16

 

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