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Un nuovo sistema di pagamento prende forma nel mondo multipolare

Pepe Escobar è un editorialista brasiliano di The Cradle, redattore di Asia Times e analista geopolitico indipendente specializzato in Eurasia. Dalla metà degli anni ’80 ha vissuto e lavorato come corrispondente estero a Londra, Parigi, Milano, Los Angeles, Singapore e Bangkok. È autore di innumerevoli libri, l’ultimo dei quali è Raging Twenties, non tradotto in italiano.

In questo articolo che abbiamo tradotto prende in analisi un nuovo sistema di pagamento che esclude il dollaro statunitense.

Lentamente ma inesorabilmente”, afferma Escobar, “sta emergendo la visione di un mondo irrimediabilmente fratturato, caratterizzato da un doppio sistema di commercio e circolazione: uno ruoterà attorno ai resti del sistema del dollaro, l’altro si sta costruendo attorno all’associazione dei BRICS, dell’EAEU e della SCO.

Tranne la prima sigla, i tre acronimi compaiono poco nei media occidentali, in specie italiani.

EAEU sta per Unione Economica Euroasiatica ed è stata fondata nel 2015 come una unione doganale di Russia, Kazakistan, Bielorussia, a cui si sono uniti Armenia e Kyrgizistan – in cui si terrà il prossimo summit il 9 dicembre. Il Vietnam ha da tempo una Partnership di libero scambio, a cui si aggiungerà, probabilmente a fine dicembre, l’Iran.

Al meeting che si terrà a Bishkek parteciperà anche di persona il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev, come membro di un paese osservatore che potrebbe ampliare l’area dei paesi post-sovietici aderenti.

SCO sta per Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Shangai Cooperation Organization), il cui ultimo vertice annuale si è svolto questo 15/16 settembre a Samarcanda, in Uzbekistan, antico terminale della Via della Seta, mentre il prossimo verrà ospitato dall’India.

Un incontro piuttosto importante per i temi trattati.

La SCO è stata fondata dal 2001 dalla Cina, insieme ad altri 5 paesi, tra cui la Russia. Nel corso del tempo si è estesa ad altri quattro partner – ultimo l’Iran, la cui adesione è stata formalizzata proprio durante l’incontro – ed una serie di paesi “osservatori”.

L’acronimo BRICS comprende invece Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa – quest’ultimo arrivata successivamente – e deriva da un processo di sempre maggiore coordinamento tra questi Paesi (più altri che stanno per decidere l’adesione, tra cui l’Arabi Saudita) iniziato a livello informale a latere di una Assemblee Generale dell’ONU nel 2006.

Questo ambito ha preso forma con il summit del 16 giugno 2009 nella città russa di Ekaterinburg, che si concluse con l’approvazione di una dichiarazione finale in favore dell’instaurazione di un nuovo e più equo ordine mondiale multipolare.

Nel 24 dicembre dell’anno successivo venne ammesso il Sud Africa, con un formato a 5 che da allora ha caratterizzato il foro.

Già nel 2014, i BRICS rappresentavano il 42% della popolazione mondiale e il 22% dell’economia globale; percentuale che è andata crescendo negli anni al 24%, con il 16% del commercio mondiale.

Proprio nel 2014 a Fortaleza venne presa la decisione di creare una Nuova Banca di Sviluppo – con un capitale sottoscritto di 50 miliardi di Dollari – e dare vita al fondo CRA (Contingent Reserves Arrangement) da 100 miliardi per fronteggiare improvvise crisi di liquidità con una ulteriore linea di difesa.

Prendeva forma, ancorché al suo stato embrionale, quella cornice economica-finanziaria di fatto alternativa quella a guida statunitense sviluppatasi durante la globalizzazione neo-liberista.

Quello che all’inizio, nel 2001 era solo una definizione, coniata da un economista di Goldman Sachs, Jim O’Neill, che ipotizzava che questo blocco – ancora in fieri – avrebbe potuto eclissare le maggiori economie del pianeta nel decennio successivo.

Ai tempi si trattava più di una profezia che di un’intuizione, che la stessa Goldman Sachs abbandonò presto prestando attenzione ad altri paesi emergenti.

Negli scorsi mesi Argentina, Iran e poi Algeria (questo novembre) hanno avviato le procedure per l’adesione, che potenzialmente potrebbe essere allargata all’Indonesia ed altri paesi: Turchia, Arabia Saudita, Egitto…

L’originale formato a 5 verrà intanto sostituito da quello a 8, una sorta di BRICS plus.

In buona sostanza, un nuovo mondo prende forma…

Buona lettura.

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Il Sud globale dà vita a un nuovo sistema di pagamento

Sfidando il sistema monetario occidentale, l’Unione Economica Eurasiatica sta guidando il Sud verso un nuovo sistema di pagamento comune che esclude il dollaro americano.

L’Unione Economica Eurasiatica (EAEU) sta accelerando la progettazione di un sistema di pagamento comune, di cui si discute da quasi un anno con i cinesi, sotto la guida di Sergey Glazyev, ministro dell’EAEU per l’integrazione e la macroeconomia.

Attraverso il suo organo di regolamentazione, la Commissione Economica Eurasiatica (CEE), l’EAEU ha ora avanzato una proposta molto seria ai BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), che stanno già per diventare i BRICS+, una sorta di G20 del Sud.

Il sistema comprenderà un’unica carta di pagamento – in diretta concorrenza con Visa e Mastercard – fondendo le esistenti MIR russa, UnionPay cinese, RuPay indiana, Elo brasiliana e altre.

Questo rappresenterà una sfida diretta al sistema monetario progettato (e imposto) dall’Occidente. E questo arriva dopo che i membri dei BRICS hanno già condotto le loro transazioni commerciali bilaterali in valute locali, evitando il dollaro USA.

L’unione EAEU-BRICS è in fase di realizzazione da molto tempo e ora si avvia a prefigurare un’altra fusione geo-economica con i paesi membri dell’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (SCO).

La SAEU è stata istituita nel 2015 come unione doganale tra Russia, Kazakistan e Bielorussia, a cui si sono aggiunti un anno dopo Armenia e Kirghizistan. Il Vietnam è già un partner di libero scambio dell’EAEU e anche l’Iran, recente membro della SCO, sta per concludere un accordo.

L’EAEU mira ad attuare la libera circolazione di beni, servizi, capitali e lavoro tra i paesi membri. L’Ucraina sarebbe stata un membro dell’EAEU se non fosse stato per il colpo di stato di Maidan del 2014, orchestrato dall’amministrazione di Barack Obama.

Vladimir Kovalyov, consigliere del presidente della CEE, ha riassunto la situazione al quotidiano russo Izvestia:L’attenzione è rivolta alla creazione di un mercato finanziario comune e la priorità è quella di sviluppare uno ‘spazio commerciale’ comune“. “Abbiamo compiuto progressi sostanziali e il lavoro si sta ora concentrando su settori come quello bancario, assicurativo e del mercato azionario“.

Presto verrà istituito un nuovo organismo di regolamentazione per il sistema finanziario comune proposto dall’EAEU e dai BRICS.

Allo stesso tempo, la cooperazione commerciale ed economica tra l’EAEU e i BRICS è aumentata di 1,5 volte solo nella prima metà del 2022.

La quota dei BRICS sul fatturato totale del commercio estero dell’EAEU ha raggiunto il 30%, ha rivelato Kovalyov in occasione del BRICS International Business Forum tenutosi lunedì a Mosca:

È consigliabile combinare le potenzialità delle istituzioni di sviluppo macrofinanziario dei BRICS e dell’EAEU, tra cui la Nuova Banca di Sviluppo dei BRICS, la Banca Asiatica di Investimento per le Infrastrutture (AIIB) e le istituzioni di sviluppo nazionali. Questo creerà un effetto sinergico e garantirà investimenti sincronizzati in infrastrutture sostenibili, produzioni innovative e fonti di energia rinnovabili.

Qui vediamo ancora una volta la graduale convergenza non solo dei BRICS e dell’EAEU, ma anche delle istituzioni finanziarie profondamente coinvolte nei progetti della Nuova Via della Seta guidata dalla Cina, o Belt and Road Initiative (BRI).

Porre fine all’era del saccheggio

Come se tutto questo non bastasse a cambiare le carte in tavola, il presidente russo Vladimir Putin sta alzando la posta in gioco chiedendo un nuovo sistema di pagamento internazionale basato su blockchain e valute digitali.

Il progetto di questo sistema è stato recentemente presentato al 1° Forum Economico Eurasiatico di Bishkek.

In occasione del forum, l’EAEU ha approvato una bozza di accordo sul collocamento e la circolazione transfrontaliera di titoli negli Stati membri e ha modificato i regolamenti tecnici.

Il prossimo grande passo è quello di organizzare l’ordine del giorno di una riunione cruciale del Consiglio economico supremo eurasiatico. che si terrà il 14 dicembre a Mosca. Putin sarà presente, in persona. E non c’è niente che gli faccia più piacere che fare un annuncio che cambia il gioco.

Tutte queste iniziative sono ancora più importanti perché legate al rapido aumento degli scambi commerciali tra Russia, Cina, India e Iran: dalla volontà della Russia di costruire nuovi gasdotti per servire il mercato cinese alla discussione tra Russia, Kazakistan e Uzbekistan di un’unione del gas per le forniture interne e le esportazioni, soprattutto verso il principale cliente, la Cina.

Lentamente ma inesorabilmente, sta emergendo la visione di un mondo irrimediabilmente fratturato, caratterizzato da un doppio sistema di commercio e circolazione: uno ruoterà attorno ai resti del sistema del dollaro, l’altro si sta costruendo attorno all’associazione dei BRICS, dell’EAEU e della SCO.

Facendo un ulteriore passo avanti rispetto alla recente e patetica metafora coniata da un capo eurocrate, la “giungla” si sta staccando dal “giardino” con una certa violenza. Che questa frattura persista, poiché un nuovo sistema di pagamenti internazionali – e poi una nuova moneta – mirerà a porre definitivamente fine all’era del saccheggio occidentale-centrico.

*da The Cradle

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