Contro l’escalation bellica e la militarizzazione dei territori
Mercoledì 10 maggio incontro presso La Credenza h.21 (via Walter Fontan 16, Bussoleno)
Ne parliamo con:
-Giorgio Cremaschi – Potere al Popolo
Francesca Frediani – Movimento 4 Ottobre
Ezio Locatelli – Partito della Rifondazione Comunista
Durante la serata sarà possibile aderire all’appello “Fermare la guerra, imporre la pace”
Nel 2023 l’Italia spenderà 26,5 miliardi di euro in spese militari. La legge di stabilità, varata dal Governo Meloni ma sottoscritta anche dall’opposizione, ha inoltre previsto che questa cifra raggiunga i 38 miliardi, pari al 2% del PIL così come richiesto dai vincoli NATO. La commissione europea ha in questi giorni stabilito che sarà possibile utilizzare i fondi del PNRR in munizioni, lasciando presagire che per il nostro Paese sarà sempre più coinvolto sia nei conflitti del blocco euro-atlantico.
A una guerra esterna, corrisponde sempre una guerra interna fatta di tagli ai salari, ai diritti dei lavoratori , oltre che a una stretta repressiva che si ripercuote su chi lotta tutti i giorni per condizioni di vita migliori, per fermare concretamente la guerra e per difendere i territori dalla devastazione: lo abbiamo visto con i lavoratori dei porti e degli aeroporti che lottano per bloccare l’invio di armi e ovviamente nei territori della Val Susa, dove il Movimento No Tav si oppone da più di trent’anni allo scempio della Torino Lione e alla militarizzazione del territorio, anche a costo di una repressione fortissima da parte dello Stato.
Proprio nel Tav, si intrecciano le politiche guerrafondaie ed ecocide del partito trasversale degli affari, rintracciabile nell’importanza attribuita al Tav in quanto corridoio di mobilità militare europea.
Ogni soldo speso per finanziare la guerra all’uomo e alla natura, per costruire grandi opere inutili sorvegliate dall’esercito, è una risorsa sottratta ai bisogni reali della maggior parte della popolazione: a un lavoro sicuro e stabile, a una scuola e a una sanità pubblica accessibile a tutti, alla messa in sicurezza dei territori sempre più, martoriate dalle scelte predatorie di questo sistema di sviluppo.
Come Unione Popolare per Bussoleno pensiamo sia fondamentale quindi un impegno prima di tutto per fermare la guerra in corso, come già hanno mostrato i numerosi appelli che stanno attraversando l’Italia, aprendo quanto prima una trattativa di pace. Riteniamo inoltre fondamentale, anche in una realtà come quella della Val Susa lottare per una smilitarizzazione dei propri territori e per fermare un’opera che sempre di più si sta configurando come opera di interesse militare.
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