L’8 Settembre di quest’anno ricorrerà il 43° anniversario della morte di Fabrizio Ceruso, 19enne di Tivoli ucciso nel 1974 a San Basilio durante lo sgombero di alcune palazzine occupate nel quartiere.
Per discutere di queste tematiche e della mobilitazione di quest’anno invitiamo tutte le realtà sociali, il sindacalismo di base, i movimenti di lotta, i collettivi e le singole individualità interessate Giovedì 20 Luglio alle 19:30 presso l’occupazione abitativa di via Tiburtina 1074 (incrocio fra Tiburtina e via del Casale di San Basilio)
Da quattro anni il progetto “San Basilio, storie de Roma”, composto da varie realtà sociali della zona, sta
riattualizzando la storia del quartiere e di quelle giornate, cercando di renderli patrimonio di San Basilio e non
solo. Lo sfruttamento dei territori e dei quartieri segue un filo che da allora arriva ad oggi, dove in nome dei
profitti di pochi si continuano a sfruttare coloro che combattono quotidianamente per la sopravvivenza. Il
quadrante della Tiburtina, in particolare, negli ultimi tempi è stato notevolmente attenzionato sia dalle
amministrazioni che dalle compagini di estrema destra. Attacco ai quartieri ed alle case popolari, migranti,
chiusura degli spazi di socialità e cultura slegati dal consumo, decine di casinò e sale slot, magazzini della
logistica, numerosi stabili industriali abbandonati costituiscono un’ amalgama esplosiva che ha determinato un
costante incremento di conflittualità e di attenzioni da parte di tutte le forze politiche e delle istituzioni.
Problemi che continuano
ad essere affrontati unicamente come questioni di ordine pubblico, perpetrando uno stato d’emergenza funzionale
unicamente alla speculazione economica e politica. Soffiare sul fuoco della guerra tra poveri è ormai il
meccanismo abituale per sviare l’attenzione dai veri responsabili del disagio quotidiano nelle periferie e offrire
sponda alle organizzazioni neofasciste nei quartieri popolari. La nuova giunta pentastellata, lungi dal porsi in
discontinuità con le amministrazioni precedenti, si sta dimostrando sorda verso le istanze che provengono dal
basso, in linea con le politiche securitarie del governo nazionale, e propensa a strizzare l’occhio alle formazioni
neofasciste, come più volte dimostrato nel quadrante tiburtino ed in tutta la città.
Un contesto in cui diventa fondamentale un intervento quotidiano nei quartieri che abbia l’umiltà di saper
ascoltare e la capacità di poter agire. In questo senso, senza dubbio il lavoro di memoria storica che abbiamo
sviluppato nel corso di questi anni, culminato con la produzione del documentario sulla storia di San Basilio e la
battaglia del 1974, ci ha fornito delle utili chiavi di lettura del presente e delle sue contraddizioni. Riattualizzare
dunque la memoria di Ceruso, ed in generale di tutti i compagni e le compagne scomparsi, non come liturgia,
bensì come interpretazione del presente e megafono delle istanze sociali del territorio. Un processo già in corso in
alcuni contesti e che ha le potenzialità per diventare una delle direttrici di intervento per il futuro. All’interno dei
quartieri popolari, in particolare, l’immaginario e la memoria collettivi spesso sono stati cancellati
scientificamente dai gruppi di potere dominanti, per rimuovere episodi significativi della storia locale e rendere
più facile lo sfruttamento dei territori e di chi vi abita.
Come 43 anni fa, ancora oggi molte persone decidono di alzare la testa e di riprendersi ciò che viene sottratto in
nome della rendita, della speculazione e dei profitti: solo chi vive un territorio può determinare la dignità della
propria vita. Da quando, 3 anni fa, abbiamo iniziato questo percorso, c’è stata una crescita costante nella
partecipazione alle iniziative in memoria di Fabrizio.
Lo scorso anno c’è stato il contributo attivo delle realtà territoriali, del Nodo Tiburtina, del sindacalismo di base,
dei movimenti di lotta per la casa, fino ad arrivare alle realtà di sport popolare, ai compagni di tutta la città, agli
abitanti del quartiere. Questa composizione ha determinato una due giorni molto partecipata che ha visto,
l’8 settembre, un corteo di migliaia di persone sfilare sulla Tiburtina come non si vedeva da anni. Quest’anno
vorremmo continuare nella stessa direzione tracciata lo scorso anno, continuando ad allargare la partecipazione e
a fissare le date di settembre come un appuntamento in cui coinvolgere non solo il quadrante tiburtino, ma anche
tutta la città.
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