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Roma. Il ruolo della guerra – iniziativa del ciclo “L’imperialismo euroatlantico in Africa”

Per rompere questo sistema e ridare dignità e valore all’essere umano, per comprendere il ruolo della guerra nell’ingerenza dell’occidente imperialista in Africa e le conseguenze che genera per i popoli, la Comunità sudanese in Italia, Free Africa e la Rete dei Comunisti organizzano la prima iniziativa del ciclo “L’imperialismo euroatlantico in Africa”.

Ne discutiamo con:
Said Boumama (saggista)
Gando Diallo (Free Africa)
Soumaila Diawara (attivista e scrittore)
George Ebai (Free Africa)
Giacomo Marchetti (Rete dei Comunisti)

Appuntamento: domenica 27 novembre, presso la Casa della Pace (via Monte Testaccio 22), inizio ore 12:00.

A seguire, pranzo a buffet!

La guerra è l’arma che le potenze capitaliste nella fase imperialista usano per continuare a sfruttare l’essere umano e la natura oltre i propri confini, combattendo chi si oppone al sistema, soggiogando le élite corrotte e mantenendo i popoli nella povertà, come vediamo tutti i giorni in Africa.

Nel continente africano, l’imperialismo euroatlantico alimenta e finanzia le guerre per i propri interessi di arricchimento, fomentando rivalità tra gruppi ed etnie locali e vendendo enormi quantità di armi, che uccidono sia soldati che civili, tutti fratelli e sorelle africani.

Con le guerre in casa, i paesi dell’Africa diventano ancora più poveri e chi può cerca la sopravvivenza migrando dalla propria terra natia. È qui che si infilano i “trafficanti di essere umani”, i quali reinvestono i profitti per rafforzare il proprio dominio, anche con la compravendita di armi.

Chi fugge in Europa, paga un viaggio costosissimo e denso di rischi per la propria vita. Ma in Italia, i politici che nel nome della “democrazia” finanziano le guerre, sono gli stessi che nel nome dei diritti umani con una mano parlano di accoglienza, mentre con l’altra mano sostengono il saccheggio imperialista, fatto di commercio diseguale, sfruttamento del lavoro (anche minorile) e delle risorse.

Altre volte, nel nome della difesa delle proprie “frontiere”, questi stessi politici stipulano accordi criminali con i “signori della guerra” e le milizie che organizzano il traffico di persone per bloccare i flussi migratori alla fonte. Un morto fa molta meno notizia se disperso nel deserto o rinchiuso nei lager libici, che non sulle proprie sponde del Mediterraneo.

Da Washington a Parigi, passando per Roma e Bruxelles, la connivenza tra Capitale, istituzioni politiche e maggiori media d’informazione nell’oscurare le ingiustizie perpetrate dal blocco euroatlantico nei confronti dei paesi africani, come di molti altri “sud del mondo”, è totale.

È contro questo nemico comune che bisogna rivolgere gli sforzi di conoscenza e di organizzazione della lotta.

Comunità sudanese in Italia

Free Africa

Rete dei Comunisti

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