L’instabilità politica, economica e militare della fase storica attuale si caratterizza per la rottura del mercato “globale”, per la crisi di egemonia degli Stati uniti e per la conseguente transizione a un nuovo ordine mondiale di carattere multipolare.
In questo scenario, i paesi dell’Africa (come quelli dell’America latina o dell’Asia) assumono un nuovo protagonismo nell’agenda politica internazionale, potenzialmente sia in negativo (rinnovato interesse imperialista da parte del blocco euroatlantico), sia in positivo (rilancio dei movimenti di liberazione e di decolonizzazione, come in Sudan o nel Sahel).
Rompere con l’imperialismo euroatlantico assume una valenza politico-strategica per ogni ipotesi di superamento dello sfruttamento (sia dell’essere umano che della natura) generato dalla società capitalista, in Africa come nel “centro dell’impero”.
L’importanza della rottura infatti si percepisce anche in Europa, dove 30 anni di mondializzazione dei mercati e il complicato rapporto con l’amico-nemico Stati Uniti hanno fatto arretrare le condizioni politiche, economiche e culturali dei paesi dell’Unione Europea.
Ma la prospettiva eurocentrica impedisce la comprensione degli eventi che avvengono sia in Italia che oltreconfine. In quest’ottica, la rottura ideologica con tale prospettiva, di matrice coloniale, è decisiva per fare opera di sensibilizzazione e per costruire un’identità di lotta all’altezza della sfida.
Le lotte di liberazione portate avanti dai movimenti indipendentisti e panafricanisti sono lotte contro il comune nemico di classe, il blocco imperialista euroatlantico, e come tali vanno conosciute, comprese e sostenute, qui come nei paesi d’origine.
Nel silenzio generale dei grandi media d’informazione, l’Africa ancora oggi è ben lontana dal portare a compimento quel processo di decolonizzazione iniziato nel Secondo dopoguerra, ma mai realmente giunto al termine.
Comprendere le forme dell’ingerenza imperialista e neocolonialista oggi (la funzione della guerra, la vendita di armi, i crimini contro i leader antimperialisti, il ruolo del franco-Cfa, lo sfruttamento minorile, il saccheggio delle materie prime, il traffico di essere umani, il terrorismo ecc.) e tessere il filo della storia con i processi di liberazione, di ieri e di oggi, è l’obiettivo di questa campagna politica, di conoscenza e di lotta. La serie di iniziative pubbliche che metteremo in campo è tesa a quest’obiettivo.
D’altra parte, non bisogna cadere in una prospettiva afrocentrica, la quale impedirebbe di riconoscere il vero nemico: né “l’uomo bianco”, né “l’uomo nero”, ma il sistema capitalista e l’ingerenza imperialista.
L’imperialismo euroatlantico sfrutta, corrompe, affama e se necessario uccide. Conoscere e lottare contro questa gabbia è la parola d’ordine per ogni movimento di liberazione dal giogo colonialista e dallo sfruttamento capitalista. Per ambedue le sponde del Mediterraneo.
Free Africa
Comunità sudanese in Italia
Rete dei Comunisti
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