Il governo “tecnico” con la sua manovra del 4 dicembre sferra una feroce aggressione contro i ceti popolari, le lavoratrici e i lavoratori.
Viene distrutto il sistema pensionistico, si obbligano i lavoratori e le lavoratrici anziane a restare al lavoro 1-2-3, fino a 6 anni in più, per arrivare più tardi a pensioni più basse. I pensionati vengono lasciati indifesi nei confronti di un’inflazione che tende a crescere (è già al 3,5%). I giovani (che vengono spudoratamente presentati come i beneficiari della manovra) troveranno sempre più i posti di lavoro occupati da anziani a cui è vietato andare in pensione.
Vengono aumentate le tasse che colpiscono lavoratori e redditi medio bassi (l’IVA, le addizionali Irpef locali, le accise sulla benzina, l’ICI sulla prima casa, i ticket sanitari.
Vengono ulteriormente tagliati i finanziamenti alle regioni e agli enti locali (- 5 miliardi) mettendo a rischio tutti i servizi pubblici (dalla sanità ai trasporti).
E presto arriverà la riforma del mercato del lavoro, con la promessa cancellazione dell’articolo 18…
Nel frattempo i ricchi non vengono toccati, anzi, una parte delle risorse tagliate ai ceti popolari andrà a coprire gli sgravi fiscali per le aziende, consentendo ai padroni più lauti profitti.
Il ceto politico si autotutela, conservando tutti i suoi grassi privilegi.
Sottraendo diecine e diecine di miliardi al reddito dei cittadini, inoltre, la somma delle manovre di Tremonti e di Monti aggraverà la recessione già in atto facendo perdere altre centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Diamo appuntamento a tutte e a tutti a Roma
il 17 dicembre alle ore 10.00
per costruire l’opposizione
sociale e politica al governo delle banche
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