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Quando la sicurezza diventa soltanto un “costo”

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Turni disumani per gli autisti, revisioni a “scatola chiusa” ai mezzi. Radiografia dell’universo del trasporto su ruote

Il drammatico incidente verificatosi a Monteforte Iripino che ha causato 38 morti riapre la discussione sulle garanzie di sicurezza dei pullman adibiti al trasporto di persone. Pullman che vengono usati per il trasporto urbano ed extraurbano per gite scolastiche e per gite di lunga e media percorrenza durante i fine settimane. 

COSTI E SICUREZZA. Il problema su cui occorre riflettere e che prende spunto dall’immane tragedia, è quello dell’assetto industriale del mondo del noleggio e del trasporto pubblico. In Campania  è fatto da un arcipelago di piccole e micro imprese, per molte delle quali la sicurezza del personale e dei trasportati è spesso solo un costo. Da anni, le organizzazioni sindacali confederali e indipendenti denunciano  che nel trasporto pubblico locale e a maggior ragione in quello privato, c’e’ un problema serio di nanismo industriale.  Difficile introdurre il tema della sicurezza e degli investimenti che essa richiede.

TURNI DISUMANI. Gli  incidenti, spesso, sono provocati  dagli esasperati tempi di guida con il superamento delle 9 ore giornaliere o il “salto” dei turni di riposo. Normative, previste dal Codice della strada. Secondo la Polizia Stradale, sulle strade italiane viaggiano oltre 26 mila autobus a “noleggio con conducente” che servono per gite organizzate, serate in discoteca, viaggi in famiglia e che dovrebbero essere iper-controllati, ma molto spesso invece sono ridotti a vecchie carrette. Molte volte vengono elusi i controlli annuali della revisione, così come accade di frequente che il cronotachigrafo, cioè  la scatola nera del mezzo, venga manomesso in modo che non risultino le reali ore di guida e la reale velocità  del veicolo.

REVISIONI A SCATOLA CHIUSA. Si arriva addirittura a incidere il battistrada con un ferro arroventato per far apparire lo pneumatico ancora in regola con gli intagli in rilievo quando in realtà  andrebbe sostituito perché  liscio. Molte officine convenzionate effettuano le revisioni  a scatola, anzi, a cofano chiuso. Vecchi pullman con qualche acciacco legato all’età (per esempio, i fumi di scarico fuori norma), passano tranquillamente la revisione “fantasma” senza  controllo ottenendo il puntuale ‘via libera’ da applicare sul libretto di circolazione.

SERVONO NORME SEVERE. Dunque, sono necessarie regole più severe per la tutela della sicurezza. Il nuovo regolamento europeo sulle revisioni, non ancora approvato, prevede una netta separazione tra le attività di revisione e quelle di riparazione. Previste  inoltre revisioni annuali sui veicoli con più di 160 mila km e 7 anni di vita, e controlli su elettronica e dispositivi. Sono  molte e sostanziali  le novità. Interessante la proposta che stabilisce una netta separazione tra il ruolo del revisore da quello dell’autoriparatore: in Italia, a differenza di paesi europei, non ci sono separazioni tra le due attività. Alla base della separazione tra autoriparatore e revisore ci sarebbe la volontà di eliminare possibili “conflitti d’interesse”. In quest’ottica il revisore dovrebbe essere quindi super-partes, e non trarre vantaggio da possibili riparazioni pre-revisione o fare piaceri ai clienti fidelizzati. 

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