Da mesi i lavoratori della logistica – molti tra loro migranti, quasi tutti precari – si battono per condizioni di lavoromigliori, salari decenti, diritti sindacali.
Da mesi la risposta è la repressione, tranne in pochi e per nulla generalizzati casi. Repressione da parte delle aziende con i licenziamenti; repressione statale, con cariche della polizia molto frequenti. Negli ultimi giorni si sono aggiunti addirittura due arresti e centinaia di denunce da parte della polizia.
Un passo indietro deciso nella “civiltà del lavoro” di questo paese. Un passo avanti che illumina dove ci vogliono portare le “riforme strutturali” della Troika, il “jobs act” di Matteo Renzi e l’avidità delle imprese del settore.
Vergognoso più del solito il silenzio dei sindacati “ufficiali” (Cgil, Cisl e Uil, per intenderci) su una vertenza generale, di settore, che soltanto alcuni sindacati di base (SiCobas e Usb) hanno cercato di organizzare, rappresentare, gestire.
La lotta alla Granarolo, in particolare, è diventata nel tempo un fulcro di questa battaglia, al tempo stesso sindacale e sociale, di dignità dei tanti lavoratori migranti.
La decisione dei vertici aziendali – non accettare nessuna delle richieste dei lavoratori (rientro dei licenziati e cassa integrazione) – ha costretto i lavoratori a trasformare il presidio e il picchetto in momenti di presenza permanenti.
ROSS@, movimento politico anticapitalista e libertario, è totalmente al fianco di questi lavoratori, appoggia ogni loro rivendicazione e forma di lotta.
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