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12 aprile: la piazza blindata da un governo blindato

La repressione scatenata nella piazza romana di sabato 12 aprile può considerarsi – senza ombra di dubbio – una sorta di presentazione delle modalità politiche con cui il governo Renzi intende rapportarsi con le questioni sociali e la loro rappresentazione conflittuale.

L’evidente accentuazione di tutte le caratteristiche antipopolari (dall’Accordo sulla Rappresentanza al Job Act, dalla crescente blindatura istituzionale all’eliminazione di tutte le mediazioni sociali) contenute nel programma di Renzi intrecciate all’incalzare dei diktat dell’Unione Europea impongono una nuova determinazione autoritaria ai dispositivi della governance del capitalismo tricolore.

In questo contesto devono essere inquadrate le cariche poliziesche contro il corteo romano, il silenzio dei media sulle ragioni sociali della protesta e la costruzione dell’intero scenario di aperta criminalizzazione che, già da qualche mese, si sta delineando nelle varie città contro l’insieme dei movimenti di lotta.

La Rete dei Comunisti ha partecipato alla manifestazione (http://www.retedeicomunisti.org/index.php/documenti/423-la-rete-dei-comunisti-in-piazza-il-12-aprile) auspicando però che i temi della lotta all’austerità e della rivendicazione del reddito e del diritto all’abitare comincino ad essere finalmente incardinti in una prospettiva di lotta generale all’intera impalcatura che – a scala continentale – è l’autentica matrice delle politiche di macelleria sociale.

Non possono essere infatti rimosse dalla politica e dal conflitto due questioni centrali, quella delle alleanze sociali e dunque del blocco sociale antagonista nel nostro paese e quella del “nemico”, ovvero l’obiettivo della rottura dell’Unione Europea in quanto causa delle attuali laceranti contraddizioni che attraversano tutta la società continentale. Su queste questioni pensiamo che bisogna recuperare velocemente.

In tale linea di condotta e per questo siamo impegnati, assieme ad altre forze politiche e sociali, a costruire, a partire dai prossimi mesi, una mobilitazione contro il “semestre europeo a guida italiana”.

Una necessaria mobilitazione che sappia articolare e generalizzare le diversificate ragioni delle vertenze sociali e sindacali in una prospettiva di rottura dell’Unione Europea e di avanzamento di una alternativa di classe.

Intanto – da subito – massima mobilitazione per la libertà immediata dei compagni arrestati e la nostra convinta solidarietà umana e politica alle compagne ed ai compagni feriti a Piazza Barberini.

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