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Letterina a Renzi

Naturalmente, al posto delle lettere sarebbe meglio far trovare altrettante persone in piazza, incazzate come debbono esserlo tuttte quelle che vengono colpite dalle “manovre” di questo governo; ma l’idea è simpatica e può funzionare per svegliare i cervelli di chi si beve tutto dalla tv… (Red.)

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Renzi, ancora una volta sulle orme di Berlusconi, ha reagito alla manifestazione romana della CGIL e al milione di partecipanti, dicendo che lui deve pensare agli altri 60 milioni di Italiani, dando per scontato che tutti quelli rimasti a casa sono contenti delle sue politiche. Sarebbe agevole rispondere: “allora, con la tua logica, 60milioni e 990mila Italiani che non hanno partecipato alla Leopolda sono contro di te”. Ma sarebbe inutile, con un Presidente del Consiglio fatto solo di immagine e di demagogia. Propongo allora che chi non ha partecipato alla manifestazione mandi a Renzi (l’indirizzo è centromessaggi@governo.it) una letterina di un tenore simile al seguente.

“Caro Presidente, sono uno di quei 60 milioni di italiani che non hanno partecipato alla manifestazione della CGIL del 25 ottobre. Sono lieto di leggere che hai dichiarato di volerti occupare di noi. Pertanto ti rivolgo la seguente richiesta”. Qui ognuno può aggiungere la richiesta personale.

Elenco a solo titolo di esempio alcune possibilità:

“Sono un disoccupato e ti chiedo che il governo crei effettivamente e non a parole occupazione, per esempio rilanciando un ruolo trainante delle imprese di stato così come fu dal dopoguerra fino alla stagione delle privatizzazioni; inoltre vorrei che venisse istituito un reddito di cittadinanza per chi non ha un lavoro”.

“Ho perso il lavoro perché l’azienda è stata delocalizzata dove la manodopera costa meno della metà e chiedo che si smetta di dare i soldi alle imprese che delocalizzano (vedi FIAT)”.

“Sono un precario e chiedo di mandare a quel paese i numerosi contratti che permettono di trattare i lavoratori come uno zerbino, perché è vero che – come dici tu – il posto di lavoro fisso non esiste più, ma questo non è un progresso, è piuttosto un ritorno all’800”.

“Ho dei figli a carico e chiedo che si pensi a creare più posti negli asili nido e che la scuola pubblica costi meno anziché dare un’elemosina di 80 euro alle neo mamme”.

“Sono un invalido affetto da SLA e chiedo che si ripristino i fondi per i non autosufficienti, tagliati di 100 milioni con la tua manovra di stabilità, anziché fare la doccia con un secchio di acqua fredda, ostentando una pelosa solidarietà”.

“Ho un figlio handicappato e chiedo di non tagliare i soldi alla scuola pubblica e con essi la possibilità di avere insegnanti di sostegno, in quanto il diritto allo studio deve essere per tutti”.

“Svolgo un lavoro usurante e chiedo che finalmente si stabilisca una possibilità di pensionamento che tenga conto dei miei disagi”.

“Sono un giovane che non vedrà mai la una pensione decente (questa lettera vale anche per chi ha già una pensione da fame) e chiedo che si aumenti la pensione minima fino almeno a mille euro”.

“Pago le tasse fino all’ultima lira e mi tagliano i servizi perché c’è chi non le paga, chiedo che si acciuffino realmente gli evasori e chi si istituisca una patrimoniale per i ricchi”.

“Devo pagare ticket esosi, attendere lunghissime liste di attesa per avere prestazioni sanitarie scadenti, vedo ridurre continuamente i servizi sanitari; chiedo che non si taglino i fondi regionali destinati alla sanità”.

“Vorrei che l’ambiente dell’Italia fosse rispettato e messo in sicurezza, pertanto chiedo che sia rivisto il tuo decreto “Sblocca Italia” che prevede una colata di cemento e l’azzeramento delle sacrosante regole di controllo dell’edificazione; si sblocchino piuttosto i lavori di salvaguardia ambientale”.

“Sono per la legalità e vorrei che venissero date più possibilità alla giustizia di fare il suo lavoro, anziché concordare con Berlusconi le riforme in merito”.

“Per poter lavorare sono costretto a tenere una partita IVA, potresti fare una legge che obbliga all’assunzione nei casi in cui il lavoro sia nella sostanza dipendente?”.

Insomma ognuno scriva a modo suo, perché la casistica è molto varia. Se è vero che il 10 per cento della popolazione possiede il 50 per cento della ricchezza, ci sono almeno 55 milioni di motivi per scrivere al nostro Presidente.

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