Tanti, nati e cresciuti al sud, ma anche in alcuni tratti del nord di questa Italia maledetta, negli anni hanno dovuto spostarsi. Lo hanno fatto a volte per sottrarsi ai pregiudizi delle realtà incolte nelle quali vivevano, a volte in cerca di lavoro, a volte per strapparsi dagli orrori strutturali di luoghi che pareva non potessero mai cambiare. Si sognava Bologna. Fiducia e speranza infinite suscitavano i racconti su questa città, sull’Emilia Romagna. Chi sceglieva Bologna lo faceva con soddisfazione, con ottimismo, con prospettiva, pregustando la nuova vita. Sospirava per un luogo in cui una persona omosessuale non dovesse celarsi, in cui una persona disabile non dovesse penare, in cui un disoccupato potesse trovare occupazione, in cui uno straniero si sentisse a casa. Perché, nell’immaginario, a Bologna tutto questo era possibile, ovvio, concreto.
Ne eravamo convinti, il cielo sopra Bologna era il più azzurro e incontaminato. Ne eravamo convinti, la classe dirigente a Bologna era ispirata da sentimenti di giustizia sociale. Ne eravamo convinti, i cittadini bolognesi non accettavano moniti di intolleranza, né mai avrebbero permesso situazioni di indigenza, di disuguaglianza.
Ma poi a Bologna ci vieni a vivere, e scopri che qui le disuguaglianze sono più forti che altrove, che il lavoro non è considerato un diritto inattaccabile, che l’intolleranza sociale è diffusa, spesso utilizzata da quella classe dirigente che credevi animata da tutt’altri principi.
E cosa succede un giorno di metà luglio 2016, mentre il termometro segna 38 gradi? Succede che Bologna toglie l’acqua a tanti bambini a cui sta già cercando di togliere la casa. Gli toglie l’acqua per spingere i loro genitori ad abbandonarla, la casa (e picchia chiunque si oppone). Perché queste persone sono povere, e Bologna vuole che i poveri dormano in strada, Bologna vuole che i poveri soffrano la sete, Bologna vuole che i poveri si ammalino. Bologna vuole che i poveri rimangano poveri, che muoiano poveri. Ma senza lamentarsene.
E quelli che sognavano di vivere a Bologna, guardano il cielo.
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