Il 2 maggio 2017, in una giornata simbolica, quella del terzo anniversario del rogo alla Casa dei Sindacati di Odessa, in perfetto stile squadrista, i sostenitori della Junta golpista di Kiev hanno fatto irruzione nella pagina Facebook dell’eurodeputata Eleonora Forenza, impegnata in questi giorni con la Carovana antifascista, promossa dalla Banda Bassotti e da USB, in una missione di solidarietà con le popolazioni del Donbass.
I maidanisti hanno scatenato, con una serie di sguaiati e abominevoli commenti, un vero e proprio linciaggio nei suoi confronti come in quelli degli attivisti antifascisti che solidarizzavano con lei.
Contemporaneamente, l’ambasciata d’Ucraina faceva proclami circa la presunta illegittimità della delegazione, lanciando il suo pubblico j’accuse.
Sono ancora troppo vive le immagini delle donne e degli uomini tagliati a pezzi o bruciati vivi e di coloro che, trasformati in torce umane, nel tentativo di scappare dal rogo infernale della Casa dei Sindacati, si gettavano dalle finestre per essere poi uccisi a colpi di mazze da baseball.
Appare evidente che il nazismo non ha ancora concluso la sua parabola storica anche se il Lebensraum (spazio vitale) non è più quello descritto nel “Mein Kampf” e imposto dalla geopolitica nazionalsocialista, ma quello dettato dalle regole del profitto che hanno trasformato l’Ucraina occidentale nello zerbino della NATO.
La legge del mercato ha permesso all’esercito ucraino di dichiarare guerra alla popolazione civile con bombardamenti indiscriminati e criminali operazioni di pulizia etnica.
Intorno il silenzio e il deserto.
Tuttavia, le provocazioni non ci turbano affatto, anzi rafforzano Il “No Pasaran” della Carovana antifascista nel Donbass, come l’alto senso di moralità insito in ogni forma di Resistenza antifascista.
La reazione isterica dei sostenitori del regime filo-nazista di Kiev in fondo è un buon segno: l’antifascismo militante e la solidarietà internazionalista cominciano a portare i primi frutti; nel desertico silenzio della narrazione mainstream iniziano a sbocciare i primi fiori della libertà.
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Riccardo
Se la Forenza si ritiene antifascista dovrebbe cominciare a guardare certi personaggi nel suo partito, sempre più in balia di una deriva nazional-“bolscevica”.
Leonardo Cribio, due volte candidato alle comunali milanesi, condivide le arringhe xenofobe della Le Pen:
https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/1929042327365279
Cribio è famoso per un’uscita sulle foibe che gli costò le dimissioni da consigliere comunale. Tuttavia, se avesse espresso le sue posizioni davanti ad un brigata titina, ho l’impressione che una visita speleologica in qualche anfratto del Carso se la sarebbe guadagnata…
Simone Gimona, segretario della federazione bolognese e membro del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione, appartiene al gruppo dei contributori alla pagina di Fronte del Popolo ( https://www.facebook.com/groups/1076551472426687/?ref=group_cover&order=&member_query=Gimona&view=members ), nonostante egli sembri perfettamente cosciente che si tratta di un gruppo terzaposizionista previano ( https://www.facebook.com/frontelpopolo/photos/a.255565634811119.1073741828.255505811483768/391679411199740/?type=3&comment_id=391700004531014&reply_comment_id=391738957860452&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R4%22%7D alcuni commenti ostili a Fronte del Popolo e alle loro posizioni contro i “migranti economici” sono stati cancellati ), anche perché la ricchezza di post xenofobi e di accostamenti tra Farage e grandi rivoluzionari come Chávez sulla loro pagina lascia pochi dubbi sulla loro ideologia trasformista, ben evidenziata da un post in cui si esaltano contemporaneamente (!) il Terzo Reich e la DDR nel gruppo dei contributi ( https://www.facebook.com/groups/1076551472426687/permalink/1238075026274330/ ). Anzi, pare anche grato ( https://www.facebook.com/simone.gimona/posts/10212392603873101?comment_id=10212392669634745&reply_comment_id=10212392672434815&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R1%22%7D&__mref=message_bubble ) al proprio quasi-concittadino sanlazzarese Dario Giovetti, per lui “Darione”, amministratore della pagina di Fronte del Popolo, per aver pubblicato il suo post, cui ovviamente la cricca di Giovetti dà un’interpretazione Yes Borders contro il proletariato del Terzo Mondo.
Ora, per chi non conoscesse Fronte del Popolo e Dario Giovetti, basti notare come questi lavori per Il Mondo Nuovo, una delle tante pagine con l’effigie di Giano che guarda a… destra e a sinistra tra i “likes” della pagina di Fronte del Popolo. Ora, Il Mondo Nuovo @azionecult è, insieme a La Via Culturale, Giano Bifronte, Oltre la Linea, una delle tante reincarnazioni e preincarnazioni di Azione Culturale, un’associazione dedita alla rielaborazione “delle grandi ideologie del Novecento” ( http://ilribelle-iperblog.rhcloud.com/azione-culturale-news/ :è chiaro quale sia l’altra di queste ideologie) fondata ( http://www.lultimaribattuta.it/43295_azione-culturale ) da Alessandro Catto che scrive per Il Giornale.
E Gimona invita pure alla festa di Rifondazione a Bologna i terzaposizionisti previani di Fronte del Popolo ( https://www.facebook.com/groups/1076551472426687/permalink/1329957477086084/?comment_id=1330281297053702&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R0%22%7D ).
Per approfondire: http://frontierenews.it/2017/01/di-come-la-sinistra-italiana-ha-abbracciato-rossobruni-e-xenofobi/ (Boghetta non è più nel PRC, ma di suoi adepti è ancora pieno il partito della Forenza).