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Potere al Popolo non è il Labour di Corbyn, ma c’è qualcosa da imparare

La giornalista/attivista Rosa Gilbert, autrice dell’articolo su Potere al Popolo pubblicato da The Indipendent (pubblicato anche sul nostro giornale), risponde all’intervento di Vincenzo Morvillo uscito su Contropiano alcuni giorni fa.

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Per rispondere alla polemica sull’associazione di Potere al Popolo con Momentum e la  campagna pro Corbyn all’interno del partito laburista vorrei prima di tutto spiegare  perché questo era necessario. I media del Regno Unito versano in pessime condizioni, il loro modello di finanziamento non funziona. Nonostante i risultati delle elezioni del giugno 2017, dove c’è stata una crescita delle posizioni più radicali nel partito laburista, ad oggi, non ne viene dato risalto nei principali media. Dunque è estremamente difficile trovare un editore che pubblichi dei contenuti radicalmente di sinistra, nel Regno Uniti come altrove. Ma ci sono anche alcuni editori che rompono questo schema, questo è il caso dell’ Indipendent. Tuttavia, come altre testate giornalistiche on-line il loro guadagno si concretizza attraverso un cospicuo numero di click o pagine visitate nei relativi siti. Si incoraggia così la pubblicazione di articoli  che siano in grado di generare “traffico”, un semplice articolo su uno sconosciuto movimento in Italia non era così appetibile e ho dovuto fare in modo che lo diventasse. Inoltre i media mainstream inglesi non vedono di buon occhio le voci pro-Corbyn, anche se gli articoli che lo menzionano tendono ad essere molto condivisi, come in questo caso, dove ci sono state più di 6000 condivisioni quando normalmente la maggior parte degli articoli nella sezione “Opinioni” raggiunge al più le 100 condivisioni.

Il senso della mia argomentazione non era cosa Potere al Popolo stesse cercando o dovrebbe cercare di emulare dalla piattaforma politica di Corbyn ma semplicemente come gli attivisti sono stati ispirati dal successo di Momentum , coalizione di movimenti sociali divenuti una forza egemonica nelle politiche del Regno Unito.

Comunque, il rifiuto del “Corbinismo” e delle sue proposte economiche tacciate così di riformismo, io credo sia, una visione miope.  E’ infatti importante capire il contesto di riferimento e il guadagno reale per la sinistra del Regno Unito  con tutte le differenze del caso anche dal resto dell’Europa.

E’ un dato di fatto che a differenza della Grecia, il “Corbynismo” non è stato sperimentato in un governo ma ci sono delle indicazioni su come può funzionare e su come il movimento che lo ha portato al potere abbia un impatto diretto sulle future politiche di governo.

Uno dei nodi cruciali è la Brexit, che sotto la leadership di Corbyn ha creato una grande divisione e confusione fra le classi dominanti inglesi e internazionali. Questo si evince dai contraddittori comunicati rilasciati dall’IMF e da Tony Blair (che crede che sia più importante stoppare la Brexit che un governo Labour) e alcuni dirigenti del partito conservatore che hanno detto di preferire un premierato di Corbyn a una Brexit gestita dalla destra. L’appoggio da parte dell’ IMF in questa situazione non è la prova delle proposte economiche di Corbyn come continuazione dello status-quo, infatti John McDonnel ha pianificato delle misure nel caso ci fosse fuga di capitali o per difendersi dalla istituzioni internazionali che cercassero di sovvertire un risultato elettorale favorevole a Corbyn come a un suo governo.

L’uscita vittoriosa dalle elezioni di giugno 2017 mostrano che Momentum e il partito laburista sono le più forti compagini socialiste ed anti-imperialiste nell’Europa Occidentale, ma le tensioni fra i riformisti socialdemocratici e i socialisti radicali all’interno del partito sull’opporsi o meno alle istituzioni internazionali, come alla NATO , sono una battaglia quotidiana e un prezzo da pagare. Nell’ottobre del 2017, Young Labour fino ad adesso una delle ali più conservatrici del partito, a una conferenza sulle politiche del partito ha votato per l’uscita del Regno Unito dalla NATO. Questo non è stato ufficialmente adottato dal partito e una delle voci più autorevoli come, Owen Jones, si è sempre dichiarato per rimanere nella NATO, ma è chiaro che esiste un movimento per politiche estere socialiste (pacifiste), non ultimo infatti che il leader del partito ha una storia che lo lega ai movimenti contro la NATO e al Partito Comunista (inglese). Il Labour Party si sta inoltre muovendo verso politiche economiche molto più radicali delle economie miste sostenute dai partiti (anticomunisti) socialdemocratici nel ventesimo secolo. E’ stato promesso non solo di rinazionalizzare un numero di industrie ma, che in generale il processo produttivo sia sottoposto a modelli alternativi di gestione controllati direttamente dai lavoratori, una proposta con il nome “Alternative Models of Ownership”.

Non c’è dubbio che i movimenti dal basso che hanno contribuito alla crescita del partito (aggiungendo almeno 400,000 membri negli ultimi due anni) sia non semplicemente un elemento di supporto nella campagna elettorale, ma un vero elemento di controllo nella guida del partito . Una delle più importanti proposte del programma laburista di quest’anno è stata l’abolizione (non solo la reduzione) delle tasse universitarie, segno dell’influenza decisiva del movimento studentesco nella compagna per eleggere Corbyn come leader e nel Momentum.  Infatti la debolezza maggiore  per Corbyn è che ancora la destra del suo partito controlla lo strato parlamentare, ma questo lo rende ancora di più dipendente dai movimenti che lo sostengono. Tutto ciò, però, rimane ancora nell’ambito delle  speculazioni politiche di potenziali scenari. E’ più utile capire i cambiamenti materiali che hanno preso luogo grazie ai movimenti e a Momentum o indipendentemente attraverso il Partito Labourista e la  campagna elettorale.  E’ giusto che i socialisti spendano tempo ed energie nella costruzione e il sostegno di movimenti su singoli problemi e istanze creando campagne ad hoc se questo riguarda il diritto alla casa  o i diritti dei lavoratori, come contro il  Jobs Act in Italia, e ancora contro le politiche dell’unione europea, ma la futilità e la mancanza di potere che abbiamo sperimentato nel Regno Unito con i governi di destra è fondamentalmente cambiata solo con l’ascesa di Corbyn a leader. Il suo supporto per numerosi movimenti e campagne ha fatto pressione sul governo e mitigato alcune delle più peggiori politiche governative, dalle tasse per gli studenti universitari, ai benefits come sui diritti dei migranti.  Chiaramente una “migliore-austerità” non è una panacea ma aiuta a rompere il dogma neo-liberale che l’austerità è necessaria, e ciò incoraggia più persone a sostenere il Labour Party, rendendosi conto che l’austerità inflitta è una scelta politica. Significante in questo rispetto è il fatto che il Labour Party sostiene gli scioperi e le lotte dei lavoratori delle ferrovie RMT, una lotta che rappresenta la congiuntura fra privatizzazione, massimizzazione del profitto e incremento del rischio per la pubblica utenza esponendo la popolazione alla seria minaccia del capitalismo che sottrae benessere alle persone attraverso la sua necessità perpetua di accumulare profitto. Ancora questo può essere visto dialetticamente come la visibilità che il Partito laburista è in grado di dare allo sciopero sostenendolo a livello nazionale, facendo così riflettere la gente sulla vera natura del capitalismo e incoraggiando le persone a supportare i lavoratori in lotta. Questo impegno con “politiche riformiste” ha creato una forza politica molto più potente  di una feticizzazione delle lotte dei lavoratori che vede ogni tentativo di aprire un dialogo con le istituzioni come un tradimento, e che offusca il passaggio dalle lotte al potere, oppure un riformismo socialdemocratico basato nei istituzioni di potere. È questa necessità di una transizione oltre le lotte puramente monotematiche, che era uno scopo alla base dei partiti comunisti in tutta Europa. R. Palme Dutt, leader comunista britannico, scrisse nel 1922:Ciò che unirà i lavoratori non è la lotta economica. La lotta economica divide: riguarda lavoratori diversi in tempi diversi… Ciò che abbiamo di più simile a una campagna unitaria è l’offensiva dei padroni negli ultimi due anni: ma anche questa offensiva ha mantenuto  diversi lavoratori separati. La lotta economica non potrà mai unire i lavoratori… l’unica causa che riguarda tutti i lavoratori e che può unirli in nome di un interesse comune è la lotta politica, la lotta politica per il potere della classe lavoratrice in quanto classe. Solo una causa politica può unire i lavoratori… e dato che solo la lotta politica della classe lavoratrice in quanto classe può unire i lavoratori, la forza unificatrice del movimento operaio può solo essere il partito della classe lavoratrice.”

La domanda cruciale è come costruire una contro-egemonia di sinistra e di successo usando movimenti sociali, partiti, sindacati. Ciò non avviene attestandosi su linee dogmatiche ma costruendo movimenti che coinvolgano le persone, che siano in grado di vedere il  successo come una possibilità concreta, ma allo stesso tempo di capire la necessità di progredire radicalizzandosi. Questo processo è dialettico. Se la  sinistra diventa  troppo autoreferenziale, rischia di essere più una sottocultura che un movimento politico,  non avrà sostegno e i suoi insuccessi dissuaderanno le persone dal coinvolgimento. Ci deve anche essere una capacità di spiegare sia i successi che i fallimenti.  I movimenti si galvanizzano e possono sembrare enormi ma spesso non raggiungono il loro obiettivo politico. I fallimenti, però, possono a loro volta condurre alla costruzione di progetti a lungo termine per avere successo, cioè perdere la battaglia ma vincere la guerra. E ci sono diversi modi per misurare il successo, in Gran Bretagna la nazionalizzazione è sostenuta da un partito politico e ha un sostegno pubblico di massa; le idee di Karl Marx sono associate alla leadership dell’attuale Partito laburista, e l’idea di uscire dalla NATO è diventata una vera possibilità.  Queste bisogna vedere come  piccole vittorie. C’è una tendenza a vedere questo gioco a somma zero tra annacquare idee radicali per impegnarsi con istituzioni democratiche e mantenere una linea purista lontano dall’impegno della politica dominate. Questa è una posizione di estrema sinistra denunciata da Lenin. Invece, il punto è rendere le idee radicali accettabili e popolari fra il grande pubblico, qualcosa che richiede un lungo percorso e impegno a tutti i livelli della società.

 

 

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1 Commento


  • leonardo

    Game, Set, Match.

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