L’art. 5 della Legge del 23 maggio 2014 n. 80 ha inasprito le conseguenze derivanti dall’occupazione di un immobile sfitto, disabitato o abbandonato e fu uno dei primi atti del governo guidato da Matteo Renzi.
In particolare, l’art. 5 comma 1 della Legge che porta la firma dell’ex ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, è rubricato come “Lotta all’occupazione abusiva di immobili. Salvaguardia degli effetti di disposizioni in materia di contratti di locazione” e prevede che “chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge“.
L’obbiettivo esplicito della nuova legge era cercare di rendere impossibile le occupazioni. Da allora l’occupante non può ottenere la residenza presso l’immobile occupato “abusivamente” e, inoltre, sono dichiarati nulli i contratti di fornitura di servizi (utenze gas, luce, telefonia fissa, ecc.) relativi all’immobile occupato.
Peraltro, al fine impedire il godimento, è anche impedita la possibilità di stipulare contratti per le utenze che forniscono servizi all’immobile occupato, in quanto si impone di provare il titolo dell’occupazione prima di poter stipulare tali tipi di contratto. Testualmente: «A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, gli atti aventi ad oggetto l’allacciamento dei servizi di energia elettrica, di gas, di servizi idrici e della telefonia fissa, nelle forme della stipulazione, della volturazione, del rinnovo, sono nulli, e pertanto non possono essere stipulati o comunque adottati, qualora non riportino i dati identificativi del richiedente e il titolo che attesti la proprietà, il regolare possesso o la regolare detenzione dell’unità immobiliare in favore della quale si richiede l’allacciamento“.
Ora, non mi risulta che il nuovo segretario del #PD abbia fin qui palesato l’intenzione di abrogare questa norma, né mi risulta che Zingaretti sia andato in corteo con i militanti del suo partito a difendere il diritto della famiglia Rom avente diritto all’alloggio popolare assediata dai fascisti nel quartiere romano di Casalbruciato. Né, infine, mi risulta che Zingaretti abbia messo tra i primi punti del suo programma un corposo rilancio dell’edilizia popolare vista la drammatica situazione che vivono milioni di persone alle prese con il problema casa nel nostro paese.
Dal ma-anchismo di Veltroni passando per Renzi siamo ora al né né di Zingaretti.
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