Si ripete la totale disparità di trattamento tra chi lotta per il Socialismo e chi tenta di strumentalizzare la sofferenza sociale causata dalla pandemia per riportare il malessere dentro le compatibilità del capitalismo. Niente di nuovo, ma i fatti di questi giorni rendono ancora più evidente la differenza di comportamento da parte della magistratura e delle forze dell’ordine.
Una scritta, siglata da ignoti su un muro Siena che incita a “fare come la Francia”, è costata ad un nostro militante due perquisizioni, il sequestro di computer, telefonino, altro materiale informatico e vestiario, senza che alcuna prova sia ancora stata visionata a dimostrare una sua qualsivoglia responsabilità individuale.
Ben altro trattamento per la manifestazione promossa dall’ex generale dei carabinieri Pappalardo in piazza Duomo a Milano il 30 maggio, dove estremisti di destra e qualche disperato ridotto in miseria dalla pandemia, senza mascherine e senza rispettare il distanziamento sociale, hanno fatto la clac ad un personaggio inquietante che farnetica di nazionalismo, di golpe “democratico”, di ritorno alla lira e altre parole d’ordine reazionarie.
Come non ricordare, anche in questo caso, il trattamento della polizia di Milano contro una ventina di antifascisti che lo scorso 25 aprile, nel rispetto delle norme anti covid, camminavano per ricordare la Liberazione dal nazi fascismo? In quel caso i poliziotti hanno alzato le mani, manganellato, atterrato con violenza e portato in questura gli antifascisti.
Sempre il 30 maggio a Roma, in contemporanea con l’ex generale dei CC, i fascisti di casa pound sono stati lasciati fare. Le immagini TV fanno vedere come questi tagliagole, tollerati dalla polizia, spostavano con la forza un mezzo della polizia mentre altri, senza mascherine, bloccavano con un sit in una strada del centro di Roma.
Il messaggio è chiaro: se ci deve essere una “opposizione di piazza” in questa fase di profonda crisi economica è bene che sia lasciata in mano ai soliti cani da guardia del capitalismo, fascisti e “uomini d’ordine” impersonati da ex generali dei carabinieri, osannati nonostante lo stillicidio di morti nelle strade e nei commissariati, da Aldrovandi a Cucchi.
Il sistema, al contrario, ha paura dei giovani che si schierano con chi questo modello sociale lo vuole rovesciare in senso rivoluzionario, per farla finita con la sua barbarie, emersa con estrema chiarezza in questi mesi, nei quali decine di migliaia di anziani, malati, lavoratori, sono morti o si sono ammalati a causa di un virus facilmente controllabile se in questi anni non fosse stato distrutto il sistema sanitario pubblico, come stanno dimostrando paesi che la rivoluzione l’hanno fatta: Cuba, Venezuela, Vietnam e Cina.
Si rassegnino Pubblici Ministeri, magistrati e forze dell’“ordine”: i tentativi di intimidazione poliziesca non otterranno alcun risultato. I giovani, gli studenti, i lavoratori di Potere al Popolo!, che stanno scendendo in piazza al fianco degli sfruttati, hanno preso coscienza della insostenibilità di un sistema irrazionale e feroce, che va abbattuto, per costruire una società nella quale la salute, il lavoro, la casa, l’istruzione, la dignità umana sia garantita a tutti, sopra e contro ogni logica di profitto.
La solidarietà al compagno di Siena non sarà retorica. Se toccano uno di noi toccano tutti noi!
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