L’Europa e gli Usa lottano per la democrazia.
I Russi lottano contro il fascismo.
I due termini, democrazia e antifascismo, sono andati a braccetto nell’ultima guerra mondiale.
Hanno rappresentato il tessuto ideologico sul quale si è sviluppata la politica e la pratica della “sinistra di regime”.
Combattere il fascismo è stata la giustificazione stessa della necessità della democrazia.
Alla lotta contro il fascismo, i comunisti hanno sacrificato la loro autonomia politica, la lotta contro la propria borghesia, il loro futuro e il futuro della classe che sognavano di rappresentare.
Il 9 maggio i Russi festeggeranno quello che noi festeggiamo il 25 aprile.
La vittoria dei “popoli liberi” contro la tirannia nazista.
Per chi ha sempre pensato che “l’antifascismo è il peggiore prodotto del fascismo” e che la democrazia “è il migliore involucro politico possibile per il capitalismo“, tutto ciò appare spiegabile e comprensibile.
E anche per chi pensa che il fascismo ha vinto la sua guerra nel momento stesso in cui ha costretto il proletariato a rinculare, a passare dall’attacco alla difesa.
Dalla lotta di classe internazionale alla lotta patriottica nazionale.
Dalla lotta di classe contro la borghesia, all’alleanza con la borghesia antifascista per combattere la borghesia fascista.
Tutto quadra, tranne per chi ha ancora la vista appannata dal cretinismo ideologico.
E sarebbe spassoso, se non fosse tragico, starsene alla finestra a guardare come se la cavano i “partigiani” di ieri di fronte ai “partigiani” di oggi.
Già sento lo stridore delle unghie sugli specchi.
Il 25 aprile gli alleati di ieri, i liberatori dei campi di sterminio nazisti, saranno i nemici.
Gli Ucraini che in 250.000 si arruolarono sotto le bandiere di Hitler saranno gli amici.
La destra e i qualunquisti che non hanno dimenticato che i loro elettori hanno una pancia, e che è la pancia che – in ultima istanza – decide, sono per la cautela.
I “sinistri”, compresi i mostri sacri dell’antifascismo, sono per il riarmo e la guerra. Per l’avventura militare.
E ora come la mettiamo?
* da Facebook
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