Nessuna, ribadisco nessuna, delle promesse elettorali che riguardano stipendi pubblici, tasse, pensioni sono realizzabili.
Nessuna cosiddetta riforma promessa è fattibile al di fuori del Pnrr, cioè fino al 31.12.2026.
Il prossimo Parlamento è vincolato alla tabella di marcia prestabilita per ricevere i finanziamenti. Il prossimo governo non può che agevolare le richieste europee.
Quello che è stato chiamato “agenda Draghi” è un nient’altro che un atto politico ingiuntivo.
I programmi elettorali contengono panzane, che servono solo a mettere in allarme chi a Bruxelles deve controllare la corretta applicazione delle regole sottoscritte aderendo al New Generation Eu.
Stiamo seriamente rischiando la sospensione del versamento delle rate del Pnrr e la richiesta di rientro dal debito: bisogna tenere conto che attualmente il rapporto deficit/ Pil italiano è stimato al 152%.
Chi crede di far sognare gli elettori sta preparando loro i peggiori incubi.
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