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Festival de l’Unità, per il Pd Gaza non esiste

Non frequento la Festa dell’Unità da quando avevo sedici anni nel 1966, quindi non sarebbero fatti miei. Lo ammetto.

Eppure questa mattina quando mi hanno detto che nel programma della Festa provinciale bolognese, che dura una ventina di giorni ed è pieno di dibattiti e conferenze, non c’è neppure una piccola discussione dedicata a quel che succede a Gaza non ci ho creduto. Allora sono andato a cercare il programma e me lo sono sfogliato pagina dopo pagina, e alla fine ho dovuto riconoscerlo. Non c’è nessun riferimento al fatto che da quasi un anno Israele – un paese nato da una guerra di sterminio e che negli ultimi anni è governato da una giunta apertamente fascista – sta perpetrando un genocidio.

Mi sono chiesto com’è possibile che non se ne parli all’interno di un evento che oltre alle tagliatelle dovrebbe anche occuparsi degli eventi del mondo?

Una prima risposta che mi è venuta alla mente è questa: i democratici bolognesi non ne sono stati informati, non ne sanno niente, nessuno glielo ha detto.

Allora sinteticamente ricapitolo per loro i fatti: rinchiusi da decenni in una prigione a cielo aperto, aggrediti a più riprese dalle forze preponderanti dell’esercito israeliano, umiliati e impoveriti da un blocco che impedisce loro di avere normali rapporti col mondo, i due milioni e mezzo di cittadini di Gaza hanno votato per un gruppo islamista radicale che il 7 ottobre del 2023 ha scatenato un pogrom non dissimile da quelli che nei secoli sono stati condotti contro le comunità ebraiche europee, e che da molti anni i coloni israeliani conducono contro i palestinesi della Cisgiordania.

Dopo questo atto di inaccettabile (ma purtroppo comprensibile) violenza, Israele ha risposto con una campagna di sterminio che ha colpito indiscriminatamente la popolazione di Gaza distruggendo ospedali scuole abitazioni centri dell’UNRWA e qualsiasi altro obiettivo civile, hanno ucciso oltre quarantamila persone di cui un terzo bambini e un terzo donne, hanno affamato la popolazione civile impedendo i rifornimenti di beni di prima necessità, e hanno murato i pozzi per impedire che la popolazione di Gaza possa avere l’acqua.

In seguito a questa punizione collettiva indiscriminata il Tribunale Internazionale ha condannato i governanti di Israele, in particolare Benjamin Netanyahu, per genocidio e crimini di guerra.

Inoltre migliaia di ebrei in tutti i paesi del mondo hanno manifestato contro il genocidio israeliano gridando not in my name, e partecipando alle manifestazioni e alle occupazioni dei campus americani.

Lo storico Omer Bartov, ebreo ed esperto sul tema del genocidio, ha dichiarato in un articolo pubblicato dal Guardian che i soldati dell’esercito israeliano manifestano comportamenti di violenza brutale e razzista che ricordano il comportamento dei militari della Wehrmacht nella seconda guerra mondiale.

Nel frattempo un razzista di nome Itamar Smotrich, che appoggia il governo Netanyahu, ha distribuito decine di migliaia di mitragliatrici a coloni israeliani che, in violazione delle leggi internazionali e di numerose deliberazioni dell’ONU, aggrediscono gli abitanti dei villaggi della Cisgiordania, distruggono le loro abitazioni e i loro pochi averi, e li cacciano per impadronirsi abusivamente delle loro terre.

Metà della popolazione israeliana – oltre a tutta la comunità internazionale, chiede al governo fascista di Netanyahu un cessate il fuoco per il rilascio degli ostaggi che i militanti di Hamas hanno sequestrato.

Ma il fascista Netanyahu, consapevole del fatto che se l’aggressione finisce dovrà rendere conto di reati di cui lo accusa la magistratura del suo paese, oltre che delle sue responsabilità nella crescita di Hamas, e del disinteresse con cui ha lasciato che la tragedia palestinese incancrenisse, preferisce lasciare che gli ostaggi muoiano nelle segrete sotterranee di Gaza piuttosto che accettare un accordo.

Questi sinteticamente sono i fatti.

Se i democratici non ne sono informati qualcuno glielo dica.

Ma forse non è così. Non credo che siano così disinformati da non saperne niente.

E allora perché alla Festa de L’Unità non se ne parla?

Forse perché si tratta di un argomento, come suol dirsi, “divisivo”?

Cioè una parte dei democratici ritiene che non si possa discutere del comportamento dello stato di Israele anche se questo persegue da 75 anni una politica colonialista, e da undici mesi persegue un genocidio? Una parte dei democratici approva un genocidio, se ne fotte delle deliberazioni dell’ONU e del Tribunale internazionale?

Una parte? Cioè quanti? Un terzo, una metà?

Tre quarti? Quasi tutti?

Non lo so.

Però se così fosse sarebbe risolto il mistero per cui in Italia governano i fascisti.

* da Il Disertore

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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15 Commenti


  • Oigroig

    Va bene, la sinistra liberista è parte del problema e non la soluzione, lo sappiamo da almeno cinquant’anni. Ma il «mistero per cui in Italia governano i fascisti» si spiega con il fatto che i fascisti sono stati sdoganati, legittimati, difesi… e a coccolarli in prima fila c’erano proprio i Bifo, i Sansonetti, gli esponenti di estrema sinistra con il loro comitato «E se fossero innocenti?» in difesa degli assassini Mambro e Fioravanti… Non c’erano solo Violante & C., c’era una parte della sinistra rivoluzionaria già in saldo, e per questo in Italia non è mai più esistita una sinistra di classe degna di questo nome. Bifo è una piccola allegoria di tutto questo. Oggi dice anche cose giuste, ma ciò non cancella lo sfascio a cui ha contribuito.


  • Pasquale

    Che l’estremismo fosse la malattia infantile del Comunismo lo diceva già Lenin nel 1920. Ma che dalla bolognina a oggi si è sperperato un intero patrimonio rivoluzionario costruendo partiti e inseguendo movimenti e campi larghi che avevano e hanno tutt’ora i connotati di comitati d’affari, lasciando che i nuovi fascisti avanzassero e alla fine arrivassero al governo è solo la realtà. Ormai la sinistra o meglio pseudosinistra in Italia è solo organica al capitale e lo si nota dalle posizioni sulla guerra. Il termine anticapitalista è rimasta opzione di pochi comunisti con la C maiuscola.


  • Sergio Binazzi

    caro oigroig o come ti chiami, non sarai uno tra quelli sdoganato e legittimati fascisti? non mi pare di ricordare che Bifo e altri abbiano passato il loro tempo a coccolare fascisti, informati bene.


  • Andrea Vannini

    e se la smettessimo di cazzeggiare? e se ci potessimo il problema di costruire una opposizione sociale e politica antimperialista e anticapitalista? l’ esito elettorale tedesco, con il successo di Sahra Wagenknecht, ci offre una preziosissima lezione e una interlocuzione con asw é una occasione da non perdere. quanto alla “vittoria” di afd, domandina: sono più fascisti afd o cdu e “semaforo”?


  • Oigroig

    «Proprio per esorcizzare la paura del “contatto” con i naziskin, lunedì 26 aprile, alle ore 22, alla discoteca Akab di Roma, si terrà una manifestazione per salutare “Il Manifesto della nuova Tolleranza” ideato da Franco Berardi: giovani con simpatie “estremiste” opposte si ritroveranno a ballare e a parlare insieme per un happening che qualcuno ha già definito “storico”» (“Il Resto del Carlino”, 23 aprile 1993, qui l’articolo: https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1993/04/22/Altro/NAZISKIN-BERARDI-BIFO-2—UNA-FESTA-PER-LA-TOLLERANZA_143100.php).

    Già prima del 1993 Bifo aveva fatto conferenze con Alain De Benoist, con Marco Tarchi e non ricordo con chi altri… Ma la questione non è quella di una singola persona, ma di una “nuova tolleranza” che allora coinvolgeva tutto il settarismo moderato dei movimenti psedo-antagonisti. Quasi nessuno di costoro si preoccupava delle conseguenze, ma pensava solo a inventarsi qualche trovata per stare un minuto sotto i riflettori dello spettacolo… Poi c’era l’Opposizione Sociale, ma anche quella è stata sabotata ben bene.


  • Oigroig

    «… Franco Berardi Bifo sulle pagine di “Mongolfiera”, a commento della propria partecipazione ad uno dei molteplici incontri “a destra” (presentazione bolognese della rivista “Elementi”, organizzata dal circolo “Lo Hobbit”)…»
    https://incidenze.blogspot.com/2007/03/il-grande-dialogo.html


    • Redazione Roma

      Curiosità della miopia, invece di discutere di quello che Francesco Berardi scrive sulla Palestina, del silenzio del PD etc., finisci a parlare di Bifo. Mah!! Attenzione a farsi prendere dal mal di tastiera. Si introduce un fattore di distrazione di massa per non parlare della questione palestinese? E’ una operazione vista spesso e mica tanto buona


  • Enea Bontempi

    Non si tratta di mettere in discussione quanto Bifo dice a proposito dei liberalfascisti del Pd, ma di contestare la sua autorevolezza, che è praticamente nulla per chi conosce i precedenti che qui sono stati rammentati. Dopodiché quello che può affermare Bifo su questo tema vale quanto quello che può asserire, che so?, Alemanno…


  • Paolo

    Il mio commento è rivolto alla Redazione di Contropiano.

    L’autore dell’articolo scrive:
    “un gruppo islamista radicale che il 7 ottobre del 2023 ha scatenato un pogrom non dissimile da quelli che nei secoli sono stati condotti contro le comunità ebraiche europee, e che da molti anni i coloni israeliani conducono contro i palestinesi della Cisgiordania”.

    Scrivere che l’azione di Hamas e altri è stato un pogrom è scrivere il falso.
    Hamas è parte della resistenza palestinese, non combatte per far trionfare l’Islam, eliminando o convertendo gli infedeli, ma per liberare la Palestina dalla colonia di insediamento chiamata Israele. Il 7 ottobre 2023 i suoi combattenti hanno rapito poco più di duecento coloni, allo scopo di scambiarli con il maggior numero possibile di palestinesi ostaggi dei coloni, e hanno ucciso alcune centinaia di coloni. I coloni uccisi dalla resistenza palestinese sono stati uccisi in quanto coloni oppressori, non in quanto ebrei. Assurdo parlare di pogrom.
    Inoltre, come avete giustamente scritto anche qui su Contropiano, molti dei coloni in borghese uccisi il 7 ottobre sono stati uccisi da coloni in divisa che hanno sparato dai loro carri armati e dai loro elicotteri agli edifici dei kibbutz, alle auto parcheggiate al rave e a tutto quello che si muoveva, senza fare distinzione.
    D’altronde anche molti dei coloni ostaggi a Gaza sono stati uccisi dai bombardamenti dei coloni stessi e i coloni sopravvissuti tornati tra i coloni hanno detto che durante la prigionia la loro preoccupazione principale era morire sotto i bombardamenti israeliani.

    L’articolo è riportato così com’è da altre pagine e quindi immagino non si possa modificare, ma dovreste trovare una soluzione affinché tramite le pagine di Contropiano non siano diffuse informazioni false.


    • Redazione Roma

      La rubrica interventi è quella destinata ad ospitare contributi esterni alla redazione, ci sta che ce ne sia qualcuno diverso dalla linea politica ed editoriale del giornale.


  • Piersilvio

    Approfitto del richiamo della Redazione e sottolineo un aspetto non solo di questo articolo ma abbastanza comune in generale (e pure in articoli pubblicati su Contropiano).
    Un popolo sotto occupazione ha diritto alla ribellione e questa è legittima pure in forma armata (affermazione costantemente riconosciuta nel diritto internazionale). L’attacco della resistenza palestinese del 7 ottobre scorso è stato condotto da più formazioni di cui Hamas è certo la principale di Gaza. L’uso di una sineddoche in questo caso mi pare però fuorviante. L’obiettivo era militare (e non un pogrom come scrivono Bifo e altri – si dovrebbero vergognare) e mirava a catturare quanti più sionisti possibile per poterli scambiare con prigionieri palestinesi (la gran parte, è bene ricordarlo, in detenzione amministrativa, cioè senza processo). Proprio come accaduto in passato col soldato Gilad Shalit. In questa operazione militare (non un atto terroristico) sono stati uccisi circa 600 militari delle IOF (smettiamola di scrivere IDF: non sono forze di Difesa ma di Occupazione) – quindi legittimo obiettivo militare – e circa 200 coloni (civili armati, anche pesantemente, e occupanti illegalmente territori palestinesi), quindi pure loro legittimo obiettivo militare. I rimanenti 400 circa sono civili uccisi pressoché tutti dalla risposta sconclusionata delle IOF in ossequio alla loro direttiva Annibale (meglio un israeliano morto che un israeliano ostaggio).
    Mi scuso per la lunghezza e concludo.
    Basta col parlare solo di Hamas ma soprattutto basta col descrivere il 7 ottobre come un atto terroristico, inaccettabile o quant’altro. Altrimenti ci accodiamo al luciferino La Russa e con lui diremo che in via Rasella sono stati uccisi i componenti di una banda di poveri pensionati sudtirolesi.


    • Redazione Roma

      Osservazioni condivisibili tranne una: il sostegno di Contropiano alla resistenza palestinese e al suo pieno diritto alla resistenza con ogni mezzo non è in discussione, vogliamo pensare che Lei si riferisca magari a contributi non redazionali che proprio per questo vengono ospitati nella rubrica degli interventi.


  • Piersilvio

    Sì, mi scuso per non essere stato chiaro nel primo inciso in parentesi e concordo in pieno con la replica della Redazione.


  • Paolo

    Anche questo mio secondo commento è rivolto alla Redazione di Contropiano.
    Perdonate l’insistenza.
    Ho letto la vostra risposta e, premesso che vi leggo e vi sostengo perché apprezzo il vostro lavoro, su questa questione non sono d’accordo.
    Capisco che il testo è presente nella sezione contributi esterni destinata ad ospitare anche voci che non seguono la linea del giornale ma in questo caso non state dando spazio ad un punto di vista differente, ad un opinione legittima, in grado di stimolare chi vi legge e di fornire una più ampia visione del dibattito.
    In questo caso si tratta di dare spazio ad un’affermazione falsa, che non trova riscontro nella realtà, trattandola come se fosse vera, e questo semplicemente non è corretto.
    Penso sia necessario, volendo mantenere la pubblicazione del contributo, chiarire ai lettori che al suo interno è presente una falsità. Oppure, in alternativa, non condividere questo ed altri testi che dovessero contenere falsità.

    Personalmente propenderei per la seconda alternativa. In questo momento storico siamo già abbastanza bersagliati da falsità. Occorre cercare più che mai di distinguere e approfondire per smantellare le false costruzioni e avvicinarsi alla realtà delle cose, passo questo indispensabile verso quella giustizia che noi tutti vorremmo vedere realizzata.


  • almar

    Conosco poco di Bifo e ricordo ancor meno di quello che sicuramente ho letto di lui, il che è significativo. Tuttavia mi pare che qui la questione sia l’assenza del tema Gaza nella Festa dell’Unità e della gravità di questa assenza dovremmo essere tutti d’accordo. Invece mi pare che per gran parte la discussione cada nella specificità di quanto affermato dal filosofo Paul Valery: “Quando non si può attaccare un ragionamento, si attacca il ragionatore”. Entrando nel merito non ho alcuna voglia di leggere il programma della Festa per cui mi chiedo se quelli che sono i temi importanti oggi, oltre Gaza, saranno trattati; ad esempio la guerra in Ucraina, che rischia di trascinarci tutti in una terza guerra mondiale, dell’aumento delle spese militari, che si rifletteranno inevitabilmente negativamente sui servizi sociali, della precarietà del lavoro e dell’inconsistenza delle retribuzioni che non danno ai giovani nessuna sicurezza per il futuro ( ne so qualcosa tramite mia figlia), delle delocalizzazione delle aziende che hanno costruito nel nostro paese le loro fortune; qui mi fermo, perché l’elenco sarebbe troppo lungo. Pare invece che la cosa più importate per il PD sia allargare “il campo largo” a Renzi (sai che acquisto!). Ma sono ca..i loro, piuttosto la vera sinistra riuscirà a compattarsi sbandierando i suddetti temi? Riuscirà ad avere quel sussulto che ha avuto la formazione di Sahra Wagenknecht (al di là di considerazioni più attente)?
    Infine concludo criticando Bifo, come altri qui, per aver definito l’azione di Hamas come un progrom; è stata un’azione della resistenza di un popolo che dal 1948 subisce l’oppressione militare e le violenze inumane di Israele ne “la prigione più grande del mondo” (Ilan Pappè) che è Gaza.

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