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Giappone: Iva all’8% per la ricostruzione

Austherity alla giaponese, dopo la terribile combinazione distruttiva di terremoto, tsunami e crisi nucleare. E come sempre il peso graverà sui “consumatori”, pesando quindi in modo differenziale sui ceti a basso reddito (che non possono comprimere oltre una certa misura le proprie spese).

Per ricostruire il possibile, dopo aver calcolato 300 miliardi di dollari di danni, il governo sta pensando di aumentare l’Iva di tre punti percentuali, portandola all’8%, all’inizio del nuovo anno fiscale che comincia il prossimo aprile. Solo 14 anni che l’Iva, in Giappone, è al 5%. Fin qui si era parlato di alzarla solo per ridurre lo spaventoso debito pubblico nipponico (quasi il 200% rispetto al Pil).

“Era chiaro anche prima del disastro e della necessità di trovare fondi per la ricostruzione che per avere una situazione fiscale sostenibile sarebbe stata necessaria una qualche riforma per quanto riguarda spese ed entrate”, ha detto il ministro degli Affari Interni Yoshiro Katayama.

“Il dibattito sulla situazione fiscale non è qualcosa che è nato con il disastro”.

Il governo cerca di non emettere nuovi bond per finanziare il budget per l’emergenza, che dovrebbe aggirarsi sui 48 miliardi di dollari.

 

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