La cooptazione dei Fratelli Musulmani nell’establishment egiziano del dopo-Mubarak, sta portando ad una spaccatura sempre più profonda tra i vecchi – che hanno scelto la strada della normalizzazione e sabotano le manifestazioni di protesta – e i giovani che invece stanno assumendo posizioni più radicali.
Il direttivo del movimento dei Fratelli Musulmani egiziani ha deciso l’espulsione di cinque dirigenti del suo gruppo giovanile. Secondo quanto riporta il quotidiano egiziano Al-Shuruq, l’espulsione è stata motivata dal fatto che i cinque si sono rifiutati di aderire al partito politico fondato di recente dal gruppo islamico, ‘Libertà e Giustizià, dando vita a una loro formazione politica, in contrasto con la linea del gruppo dirigente dei Fratelli Musulmani. Tra gli espulsi c’è Abdel Rahman Khalil, che ha annunciato di voler fare ricorso ai probiviri del movimento. «Siamo stupiti da questa decisione – ha affermato – perchè il nostro ingresso nel movimento non è stato deciso dal Consiglio direttivo, che quindi non crediamo possa decidere la nostra espulsione». Nel mese di giugno, il segretario dei Fratelli Musulmani, Mahmoud Hussein, aveva reso noto che «i militanti del movimento che aderiscono ad altri partiti lasceranno automaticamente il gruppo». In precedenza era stato espulso il dirigente islamico Abdel Muniam Abu al-Futuh, il quale ha deciso di candidarsi alle elezioni presidenziali nonostante i Fratelli Musulmani abbiano annunciato di non voler candidare loro esponenti. Il 22 giugno, un gruppo di giovani dei Fratelli Musulmani egiziani ha annunciato la formazione di un proprio partito politico, distinto da quello a cui ha di recente dato vita la Fratellanza, “Libertà e Giustizia”, si tratta di un passo che evidenzia le divisioni interne al gruppo. La nuova formazione si chiama “Partito dell’Egitto di oggi”.
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