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Afghanistan. Ucciso il fratello del presidente Karzai. I Talebani rivendicano

I talebani afgani hanno rivendicato l’omicidio di Ahmed Walli Karzai, fratello del presidente dell’Afghanistan Hamid Karzai, ucciso oggi da una sua guardia del corpo a Kandahar, nel sud del paese. Lo riferisce la tv satellitare Al-Arabiya . Il fratello del presidente, era un personaggio assai inquietante, sotto accusa per traffico di droga e strettamente legato alla Cia. In un’intervista al quotidiano britannico ‘The Independent’, Wali Karzai aveva respinto le accuse e in particolare quella di narcotraffico, citando una lettera della statunitense Drugs Enforcement Agency che garantirebbe che il ‘signore di Kandahar’ non era sotto inchiesta. «Ci sono voluti anni per averla, ma eccola, dimostra che queste accuse contro di me sono false, prive di fondamento», aveva affermato.

Nella stessa intervista al giornale britannico, il fratellastro di Karzai aveva comunque ammesso di aver lavorato «nel 2002 con le forze speciali americane e britanniche dando loro informazioni. Per quanto riguarda la Cia – aveva dichiarato – non ho mai firmato nulla, ma certamente ho passato loro informazioni così come le ho date all’intelligence britannica. Non dimenticate che la mia famiglia ha combattuto contro i Talebani per molto tempo prima dell’arrivo della Nato. Era mio dovere, in quanto afghano, condividere informazioni con la Cia e gli altri». Sin dalla sua elezione nel 2005 alla guida del consiglio provinciale di Kandahar, Wali Karzai era stato sempre criticato da comandanti Nato, funzionari del Dipartimento di Stato Usa, diplomatici britannici e da un’infinità di suoi connazionali. Tutti lo accusavano di destabilizzare Kandahar attraverso una combinazione di attività criminali e manovre spietate per il dominio tribale. Membro del clan dei Popalzai, il fratellastro del presidente era stato anche accusato di usare l’influenza della sua ‘dinastià e la sua posizione all’interno del consiglio provinciale per nominare i suoi uomini a ogni livello, sia all’interno della polizia di Kandahar che delle autorità civili, creando così un impero personale nell’Afghanistan meridionale

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