Nuovo attentato alla pipeline nella penisola egiziana del Sinai che trasporta il gas fino alla Giordania e Israele. Un commando ha posizionato dell’esplosivo sul tratto del gasdotto che attraverso l’area di al-Taweel, nella città di al-Arish. Si tratta del secondo attacco alla pipeline in questo mese e del quarto attacco dopo la caduta di Mubarak, stando a fonti della sicurezza citate dall’agenzia d’informazione ‘Dpà. Alcuni testimoni hanno riferito che fiamme molto alte si sono levate dal gasdotto, malgrado l’intervento quasi immediato dei vigili del fuoco che hanno cercato di domare l’incendio. Un altro attentato alla pipeline si era verificato lo scorso 4 luglio. In quell’occasione l’Egitto aveva sospeso la fornitura di gas a Giordania e Israele. La vendita di gas egiziano ad Israele provoca molta rabbia nell’opinione pubblica ed è uno dei filoni delle inchieste contro alcuni esponenti del vecchio regime di Mubarak, tra cui i due figli dell’ex rais, Gamal e Alaa. Lo scorso 21 aprile le autorità egiziane hanno spiccato un ordine di cattura nei confronti dell’ex ministro del Petrolio egiziano, Sameh Fahmy. L’ex ministro è stato posto in stato di custodia cautelare per 15 giorni perchè sospettato di aver venduto gas naturale ad Israele a un prezzo inferiore a quello di mercato.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa