Non si placano in Egitto le proteste contro i tentativi di normalizzazione della rivoluzione di gennaio e per la lentezza nelle procedure giudiziarie a carico degli esponenti dell’ex regime e dei militari che hanno sparato contro i manifestanti. Un gruppo di sei attivisti della “Coalizione dei giovani della rivoluzione” ha dato il via a uno sciopero della fame a Luxor, chiedendo al Consiglio Supremo delle Forze armate e al primo ministro Essam Sharaf di assecondare le richieste della piazza. I sei sono accampati da martedì nella centrale piazza el-Haggag e finora hanno rifiutato le cure mediche. Dal primo agosto 700 alti ufficiali della polizia egiziana dovranno intanto lasciare il servizio per il coinvolgimento nelle uccisioni di manifestanti durante la rivolta del 25 gennaio contro il regime di Hosni Mubarak, in cui persero la vita 800 persone. Il provvedimento riguarda 505 generali e 164 ufficiali. La decisione arriva dopo le manifestazioni a Piazza Tahrir al Cairo e in altre citta’ del Paese per chiedere al premier Essam Sharaf azioni forti e processi rapidi contro gli ex ufficiali del regime ancora in carica .
Saranno rinviate di uno o due mesi le elezioni parlamentari in Egitto, che in origine si sarebbero dovute tenere il prossimo settembre: lo hanno dichiarato in via riservata all’agenzia di stampa ‘Mena’ fonti militari vicine al Consiglio Supremo delle Forze Armate, che ha assunto il potere dopo la caduta dell’ex presidente Hosni Mubarak, l’11 febbraio scorso. La procedura, comprese la presentazione delle candidature, l’organizzazione della campagna, la stesura definitiva delle liste elettorali e la delimitazione delle circoscrizioni, “richiedera’ non meno di trenta giorni e fino a cinquanta o sessanta”, hanno puntualizzato le anonime fonti militari, aggiungendo: “Ecco perche’ si votera’ in ottobre o novembre”. Alla consultazione fara’ seguito la preparazione di una nuova Costituzione, soltanto una volta adottata la quale sara’ fissata la data delle presidenziali.
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