Terzo giorno consecutivo in calo per il prezzo del petrolio negli Stati Uniti. Negli scambi elettronici di New York il barile è stato quotato a 94,53 dollari, in flessione di 36 centesimi. A pesare è la nuova inquietudine sul futuro dell’economia americana, nonostante l’accordo sul debito.
Il motivo è semplice: le previsioni per l’economia reale globale sono nere, quindi è logico attendersi che i consumi petroliferi (per l produzione, ma anche per i consumi e la mobilità) caleranno in misura sensibile. E quindi i prezzi non possono che calare, per il momento (ricordiamo sempre che c’è anche un secondo problema: il progressivo esaurimento delle risorse, a cominciare dai pozzi “facili”, da cui si estrae greggio senza troppa fatica, a basse profondità e con investimenti proporzionalmente più limitati; fattore che invece spinge prepotentemente per il rialzo del prezzo).
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