Non accenna a stemperarsi In Egitto, la polemica attorno alla nomina di Adel al Khayat, un esponente della Gamaa al Islamiya, ex movimento islamista armato, come governatore della provincia di Luxor. Il primo ministro Hisham Qandil ha respinto le dimissioni, presentate in segno di protesta, da parte del ministro del Turismo Hisham Zazou, mentre nella città dell’Alto Egitto, patrimonio di siti importanti archeologici e meta di milioni di visitatori all’anno, gli abitanti sono in rivolta.
La Gamaa al Islamiya – che ha rinunciato all’uso delle armi nel 2005 – rivendicò il massacro di Luxor del 1997 quando 62 persone, tra cui 58 turisti furono massacrati nei pressi del tempio di Hatchepsout.
La tensione nella zona è alta e gli scontri dei giorni scorsi tra manifestanti e sostenitori dei Fratelli Musulmani, al potere con il presidente Mohammed Morsi, sono più di 200. Nei cortei, che hanno attraversato la città in questi giorni, si definisce al Khayato come “l’ultimo chiodo sulla bara” del turismo egiziano, messo a dura prova dal calo delle visite registrato dal 2011, in seguito alla rivoluzione e ai disordini che ne sono seguiti.
Additato come principale responsabile dell’uccisione del presidente Anwar Sadat nel 1981 la Gamaa al Islamiya è stata protagonista assieme alla Jihad Islamica di un conflitto volto a rovesciare le autorità egiziane durato per tutto il corso degli anni ’90 e che han causato oltre mille vittime. Nel 2003 il gruppo ha rinunciato ad azioni di sangue. Il suo leader ideologico, Omar Abdel Rahman, è tutt’ora detenuto negli Stati Uniti per il suo presunto coinvolgimento nell’attacco al World trade center del 1993.
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