Improvvisa nuova escalation militare in Media Oriente, dopo che l’aviazione israeliana ha realizzato due raid nella valle della Bekaa (est), territorio libanese al confine con la Siria.
A darne notizia sono stati l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh, ong basata a Londra e vicina ai ribelli) e una fonte di sicurezza libanese citata dall’agenzia di stampa nazionale. Sull’episodio, che non sembra aver causato vittime, circolano versioni parziali e contrastanti.
Per l’Osdh l’obiettivo dell’operazione aerea contro i villaggi di Janta e Yahfoufa è stata “una base di missili di Hezbollah”, il movimento di resistenza libanese.
L’agenzia di stampa ufficiale libanese ha soltanto confermato il doppio raid registrato nei pressi di Nabi Sheet, un remoto villaggio del nord della valle della Bekaa, senza precisare il bersaglio. Comunque l’intera regione è una roccaforte del movimento guidato da Nasrallah che da mesi combatte in Siria contro le milizie fondamentaliste sunnite.
Al Manar, l’emittente televisiva di Hezbollah, ha soltanto riferito di un “intenso sorvolo dell’aviazione nemica” nella parte settentrionale della regione della Bekaa. Per le forze armate libanesi, che hanno aperto un’inchiesta, “per ora non ci sono indicazioni di bombardamenti sull’area”.
Le autorità israeliane non hanno finora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale, ma la stampa locale ha già attribuito al cosiddetto “Stato ebraico” l’operazione di ieri sera. Poche ore prima del raid il capo di stato maggiore di Tsahal (l’esercito israeliano), il generale Benny Gantz, ha avvertito che “seguiamo molto da vicino il trasferimento di armi dalla Siria verso il Libano, destinate a Hezbollah”.
Già lo scorso anno l’aviazione israeliana ha effettuato alcuni bombardamenti in territorio siriano giustificati con la necessità di bloccare navi sospettate di rifornire Hezbollah di missili giunti da Russia e Iran.
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