Crescono i timori di un collasso del sistema bancario ucraino alla luce del crollo delle riserve delle banca centrale e di un calo dei depositi del sette per cento in tre giorni. Secondo il nuovo governatore della banca centrale Stepan Kubiv le riserve sono scese a 15 miliardi di dollari e dal 18 a 20 febbraio, mentre i cecchini sparavano sui civili nelle piazze di Kiev, la gente (e forse anche qualche mebro dell’élite) ha ritirato 30 miliardi di grivne dai depositi bancari (3,3 miliardi di dollari). A fine gennaio le riserve ammontavano a 17,8 miliardi di dollari, pari ad appena due mesi di importazioni.
La banca centrale ha preso misure per fermare la fuga di capitali e secondo gli analisti starebbe pensando di prestare denaro alle cinque maggiori banche del paese, per evitare un collasso nel caso in cui una folla di correntisti ritirasse simultaneamente i risparmi. Varie banche nei giorni scorsi hanno chiuso filiali o le hanno fatte lavorare a orario ridotto, ma alcune limitazioni sono poi state abolite.
Sberbank, la maggior banca russa, non concede più prestiti ai clienti ucraini, anche se non ha ridotto l’ammontare dei contanti che possono essere prelevati dai bancomat. VTB, secondo banca russa” continua ad operare normalmente in Ucraina”. Intanto oggi la grivna ha perso un altro 4% al nuovo minimo record sul dollaro, anche perchè la banca centrale ha deciso di sganciare al moneta dal biglietto verde e di lasciarla fluttuare liberamente. Oggi a Kiev ci sono rappresentanti di Washington e il Fondo monetario internazionale si è detto disponibile a prestare 15 miliardi di dollari a Kiev. Ma le autorità provvisorie ucraine affermano che per evitare il default il paese ha bisogno di 35 miliardi di dollari.
Fonte: TmNews
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