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Tunisia: manifestazioni dei disoccupati e scontri

Scuole chiuse e tensione alle stelle nella località mineraria di Metlaoui, da 48 ore teatro di violente proteste e scontri tra giovani disoccupati e forze dell’ordine. Metlaoui è nel cuore del governatorato di Gafsa (centro-ovest), uno dei principali centri di produzione di fosfati, ma dove la maggior parte della popolazione è senza lavoro e in condizioni di povertà.
L’agenzia di stampa ufficiale Tap ha riferito che i disordini sono cominciati subito dopo la pubblicazione dei risultati di un concorso organizzato dalla Compagnia dei fosfati di Gafsa (Cpg) per reclutare 1100 disoccupati originari di Metlaoui, parte di un totale di 2716 posti di lavoro da assegnare.

La rabbia dei giovani respinti, che accusano la Cpg di non fare abbastanza per favorire l’occupazione dei locali, si è diretta contro la sede del tribunale locale, saccheggiato e incendiato, e un ufficio del partito islamista Ennahda. Da tre giorni la strada principale di Metlaoui è bloccata ed è impedito l’accesso alla Compagni dei fosfati. La materia prima e i suoi derivati rappresentano l’otto per cento del Prodotto interno lordo della Tunisia. Secondo la direzione della Cpg, il principale datore di lavoro nella regione, tre anni di proteste e scioperi hanno causato perdite per circa nove miliardi di dinari (4,5 miliardi di euro). I principali clienti della Tunisia nel settore, India e Turchia, stanno guardando in direzione del Marocco più stabile, che negli ultimi anni ha raddoppiato la produzione di fosfati.

La protesta dei giovani di Metlaoui è emblematica del profondo malessere sociale causato da una durissima crisi economica e dalla mancata attuazione delle riforme per le quali la popolazione è scesa in piazza nel 2011, rovesciando il governo del presidente Zine el Abidine Ben Ali. Le situazioni socio-economiche più critiche riguardano le regioni di Gafsa, Kasserine e Sidi Bouzid. I tunisini si aspettano che il nuovo governo del primo ministro Mehdi Jomaa, entrato in carica da poche settimane dopo uno stallo politico durato mesi, faccia ripartire l’economia.

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