La probabilità che la multinazionale canadese che si è aggiudicata l’appalto riesca a realizzare la tanto agognata enorme miniera d’oro a cielo aperto nella località romena di Rosia Montana, villaggio noto per le sue vestigia romane e per le sue bellezze paesaggistiche “diminuisce rapidamente”. A dirlo ieri è stato un alto funzionario dell’Istituto della Banca europea per gli investimenti.
“La probabilità e la minaccia di attività minerarie a cielo aperto nel villaggio di Rosia Montana diminuiscono rapidamente” ha detto a Bucarest Guy Clausse, decano dell’Istituto della Bei, dopo una missione in Romania. L’Istituto e la Federazione delle organizzazioni europee di difesa del patrimoni, Europa Nostra, ritengono che il progetto della canadese Gabriel Resources di aprire la più grande miniera a cielo aperto d’Europa a Rosia Montana “ponga una seria minaccia” a un sito di epoca romana “di rilevanza europea e mondiale unica”.
Gabriel Resources conta tra i suoi azionisti nomi di spicco dell’industria mineraria mondiale, tra cui il gruppo del miliardario franco-israeliano Beny Steinmetz, BSGR, sotto inchiesta negli Usa per corruzione in cambio dell’ottenimento di una concessione estrattiva in Guinea.
A bloccare finora buona parte dei lavori di realizzazione della miniera sono state finora le determinate proteste della popolazione locale che è scesa in piazza più volte contro lo scempio del territorio, adottando anche forme di boicottaggio e di sabotaggio delle opere preliminari.
Leggi anche: Romania. Proteste in piazza contro multinazionale canadese
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa