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Grecia: spararono ai braccianti, tribunale li libera

Aspre polemiche sono scoppiate in Grecia dopo che la Corte d’Appello di Patrasso ha assolto dalla principale accusa di traffico di esseri umani i quattro imputati nel processo per i gravi fatti di Nea Manolada, nel Peloponneso, dove il 18 aprile dell’anno scorso il sorvegliante di un’azienda agricola che produce fragole aprì il fuoco contro circa 200 braccianti ferendone 28, otto dei quali in maniera grave.

Gli operai, quasi tutti provenienti dal Bangladesh, erano andati a chiedere al prorietario sei mesi di stipendi arretrati mai pagati ma vennero fermati da tre sorveglianti uno dei quali all’improvviso cominciò a sparargli contro. Il tribunale di Patrasso ha condannato due degli accusati (il proprietario e il sorvegliante che ha sparato) a 14 anni e sette mesi di prigione il primo e a otto anni e mesi mesi il secondo per lesioni gravi e uso illegale di armi da fuoco. La condanna è stata però incredibilmente sospesa e i due sono stati rilasciati. La decisione del tribunale ha provocato la dura reazione dei partiti di sinistra e delle organizzazioni antirazziste.
Vassiliki Katrivanou, parlamentare di Syriza, ha definito vergognosa la sentenza ed ha sottolineato che “in Grecia un lavoratore straniero può morire come un cane per decisione del tribunale”. Il partito Comunista di Grecia (Kke) ha definito “provocatoria” per la classe lavoratrice di tutto il Paese la decisione del tribunale sottolineando che il governo “continua ad avere gravi responsabilità nell’attuale mercato degli schiavi e per le pessime condizioni di vita e di lavoro degli immigrati stranieri”. Anche il Pasok, il partito socialista che insieme con Nea Dimokratia (centro-destra) del premier Antonis Samaras forma la coalizione di governo manovrata dalla troika, ha affermato che “la decisione del tribunale lascia l’impressione che Giustizia non sia stata fatta”. Da parte sua, Moisis Karabeidis, l’avvocato difensore dei lavoratori ha definito “inumana e vergognosa” la sentenza del tribunale di Patrasso ed ha concluso affermando: “Oggi mi vergogno di essere greco”.

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